Addio ai maxi-buoni pasto a Palazzo
TRIESTE È stata spesso una delle battaglie più dure dei rinnovi contrattuali del comparto unico. I sindacati non hanno mai mollato. Ma adesso il decreto del governo sulla spending review rischia di vanificare tanti sforzi. E di abbassare il vantaggio che i dipendenti regionali del Friuli Venezia Giulia hanno nei confronti degli altri lavoratori. Il loro buono pasto, una conquista alternativa alla mensa utilizzabile nelle giornate in cui si ha il rientro pomeridiano, pesa infatti per 11,70 euro lordi, che al netto delle tasse scendono a 7,70 euro, vale a dire 70 centesimi in più rispetto al tetto massimo che Roma intende piazzare per i ticket della pausa pranzo dei dipendenti pubblici. Già da fine 2012, se il percorso parlamentare non modificherà l’articolo in questione, il valore dei buoni pasto per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni non potrà superare i 7 euro. «Un problema in un decreto che mette in atto più di un affondo verso i dipendenti pubblici», commenta Maurizio Burlo della segreteria regionale Uil. In Friuli Venezia Giulia gli 11,7 euro sembrano un privilegio gigantesco. Ma, precisa, così come il collega della Cisl Pierangelo Motta, si tratta di una cifra lorda. Trattenute le imposte, «quello che resta al dipendente è una cifra di 7,7 euro». Comunque il 10% in più del nuovo limite imposto da Roma. Con una modalità di distribuzione diversa rispetto agli abituali ticket-restaurant. Quello del dipendente di Palazzo è infatti un buono inserito direttamente in busta paga (circa 190 euro lordi mensili) a prescindere dal fatto che venga o meno utilizzato, vale a dire che il dipendente mangi al bar o si porti il panino da casa. (m.b. )
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