Addio ad altri due punti vendita Masè
Addio ad altri due punti vendita Masè. Da pochi giorni hanno abbassato le serrande lo storico negozio di via Gallina e quello di via Carducci a due passi dal Mercato coperto. La chiusura di via Gallina, in particolar modo, infligge un’altra ferita al commercio triestino. Visto che quel locale era adibito a salumeria dal lontano 1910, quando Angelo Alfonso Masè, arrivato a Trieste dalla Val Rendena, aveva iniziato proprio lì a vendere salumi e formaggi oltre a specialità tipiche triestine.
Quella di via Gallina, assieme alle salumerie Bm di via Roma (a questo punto l’unica che sopravviverà) e a Sartori di via Cavana, fa parte delle rivendite al dettaglio di prosciutti e formaggi più antiche della città. Fino al 2014 il negozio di via Gallina apparteneva a un altro ramo della famiglia Masè, poi è stato acquisito dall’azienda di San Dorligo della Valle. Intanto, dopo la chiusura prima della rivendita di via Genova e a fine febbraio scorso di quella di via Lazzaretto Vecchio, i punti vendita del noto marchio di salumi Masè scendono a 11. Restano aperti quello all’interno del centro commerciale Le Torri d’Europa, quelli in via Timeus, via Battisti, Largo Barriera, a Opicina, in via San Nicolò, e in Cavana che godrà pure di un aumento della clientela grazie alla chiusura della vicina storica salumeria Sartori, quello attiguo al salumificio di via Ressel e quello di via Giulia che riscontra le maggiori difficoltà e resta sotto la lente del gruppo Masè. A questi si aggiungono il punto vendita a Roma e quello a Tirana. La vendita dei prodotti Masè all’estero e nelle catene della grande distribuzione sta dando risultati inaspettati. «Il 2016 sarà l’anno decisivo per la riorganizzazione della parte commerciale - spiega l’amministratore delegato della Masè, Stefano Fulchir - la catena dei punti vendita va ridisegnata e ripensata: va fatto un cambio di direzione». «Stiamo rimodulando la proposta dei negozi che gestiamo su Trieste - prosegue - riservando uno spazio più ampio al settore della gastronomia e offrendo ai clienti anche la possibilità di mangiare qualcosa di veloce, come in un self service, sui tavolini che metteremo a disposizione dove possibile». «La concorrenza della grande distribuzione si fa sentire, è forte - valuta Fulchir - in molti casi nelle salumerie i clienti arrivano a prendere un paio di etti di ciò che è in offerta ma con la borsa della spesa fatta altrove. Noi puntiamo alla qualità e anche a prodotti di nicchia, ma le capacità di spesa della gente sono ormai ridotte e per necessità è ovvio che molti scelgono la quantità a discapito spesso della qualità».
Nei negozi, attualmente Masè dà occupazione a 45 persone. «Ora, dopo la chiusura degli ultimi due punti vendita - specifica l’ad -, per due dipendenti in accordo con i sindacati si sta tentando la via del prepensionamento. Nello stabilimento di via Ressel sono invece impegnate 14 persone. Delle sei addette alla produzione, due sono in cassa integrazione a rotazione».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo