Addio a tendoni e raduni con i big: il Covid affossa le feste di partito in Fvg

Le kermesse organizzate dalle forze politiche per incontrare i militanti e autofinanziarsi, già in crisi da qualche anno,  in questa estate post pandemica hanno subìto un altro duro colpo. Gli eventi superstiti si contano sulle dita di una mano  

TRIESTE Il coronavirus infligge l’ennesimo colpo alle feste politiche di fine estate. Kermesse che tradizionalmente per i partiti rappresentano un’occasione per incontrare la base, portare il dibattito sui territori e autofinanziarsi. Ma anche un momento di partecipazione conviviale, attraverso cui militanti e simpatizzanti alimentano il proprio spirito di appartenenza. Uno dei principali luoghi della partecipazione di massa, insomma. Della loro crisi si parla ormai da anni. E adesso, a causa delle limitazioni imposte agli eventi a rischio assembramento, hanno ricevuto un’ulteriore batosta.

Per impostazione, numeri e storia quelle leghiste sono tra le feste estive di taglio più classico.Ma a differenza di quanto avvenuto a Cervia, sul nostro territorio il partito di Matteo Salvini quest’anno ha deciso di non organizzare i tradizionali appuntamenti estivi, né a livello provinciale né regionale. Questo a causa dell’emergenza sanitaria, fa sapere la segreteria della Lega Fvg, e dei vincoli che comporta. Non ci sarà dunque il grande evento che l’anno scorso si è svolto a Porcia e quello prima a Pradamano, attirando migliaia di persone (rispettivamente 3.500-4.000 e 6.000, secondo i dati forniti dal partito) nelle serate di punta, che hanno visto la partecipazione del leader nazionale. Idem per la festa di Trieste, che abitualmente si svolge nell’area sagre allestita per l’occasione sulle Rive: «Gestire la situazione sarebbe stato impossibile – spiega il segretario provinciale Pierpaolo Roberti –, specie se arriva un ospite nazionale. E organizzare richiede largo anticipo. Speriamo di recuperare in primavera».

A Trieste il circolo sloveno di via Bonafata quest’anno non ha ospitato l’abituale festa bensì «incontri tematici – afferma Laura Famulari, segretaria provinciale del Pd – con cadenza pressoché settimanale, da agosto a settembre: l’ultimo sarà giovedì prossimo. Un modo per fare comunque qualcosa, rinunciando a pasti e bevande. C’è un grande spazio all’aperto e c’è stata una risposta di pubblico». Quanto al resto del Fvg, quest’anno la tradizione è sopravvissuta in pratica solo nella bassa friulana, fa sapere il segretario regionale Cristiano Shaurli, ad esempio attorno ai poli di Ruda, Fiumicello, Aquileia, Terzo: «Senza tombole o spettacoli ma con incontri politici. Abbiamo organizzato anche dibattiti itineranti, in agriturismi, con cena a seguire. In generale complimenti ai volontari, che hanno voluto comunque mantenere una tradizione, nell’osservanza dei limiti». Come confermato dal goriziano Diego Moretti, restano invece senza festa dell’Unità Bisiacaria e Isontino, per la prima volta a memoria d’uomo: Dobbia quest’anno ha notoriamente rinunciato. E pensare che negli anni ’70 ogni rione di Monfalcone aveva la sua.

In passato il M5s aveva proposto formule simili, benché non del tutto sovrapponibili alle classiche feste estive di partito. Nel 2018 e nel 2019 era stata organizzata una “festa sotto le stelle” a Prosecco, racconta il triestino Paolo Menis, ma senza bandiere o simboli. Festa che si era deciso di non riproporre, nel 2020, anche prima che esplodesse la pandemia, a causa di difficoltà organizzative legate ai costi della sicurezza. In passato una “festa bisiaca” era stata organizzata inoltre nell’area feste di Staranzano. Quest’anno si è invece optato per le iniziative online, racconta il consigliere regionale Andrea Ussai: «Abbiamo organizzato quattro dirette Facebook, che hanno idealmente attraversato la regione: uno per ogni capoluogo di provincia ».

Forza Italia ha sempre usato formule diverse per incontrare l’elettorato, come lo scambio di auguri natalizi a Villa Manin oppure piccoli incontri durante l’anno, specie nei paesini, racconta la coordinatrice regionale Sandra Savino: «Adesso è prematuro pensarci, visto che è imprevedibile l’evolvere della situazione, e le priorità sono altre». E aggiunge: «Le vere feste le facevamo con la Lista per Trieste, al Ferdinandeo o sulle Rive, alla fine degli anni ’70». Vista la crescita a livello nazionale, Fratelli d’Italia stava a sua volta pensando di dotarsi di una festa in Fvg, ma poi è subentrato il Covid: la sede ovviamente sarebbe stata Trieste, specifica Claudio Giacomelli, presidente del gruppo FdI in Consiglio regionale. Sempre causa pandemia, a Sagrado è saltata la festa estiva di Rifondazione comunista e a Trieste non si è fatta la festa del Primo maggio di Santa Croce, avente ruolo analogo: «Un problema per un piccolo partito – commenta Iztok Furlanič – specie in vista di una campagna elettorale. Ecco perché i finanziamenti pubblici ai partiti sono importanti». —
 

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