Addio a regali e alcool: a Trieste comunali “a dieta”
TRIESTE Vestito in modo acconcio. Astemio (perlomeno durante le ore di servizio). Non fumatore. Attento a non ricevere regali del valore superiore a 50 euro. Sollecito nel comunicare eventuali conflitti di interesse. Preciso nel non superare la paga con incarichi esterni. Pronto nel segnalare illeciti o scorrettezze notate all’interno dell’amministrazione. Puntuale nella timbratura del badge. Corretto, cortese, disponibile nell’espletamento del dovere.
Dopo aver aggiornato il Piano triennale anti-corruzione, il terzo governo Dipiazza mette mano al Codice di comportamento aziendale che regola, come lo definisce il segretario generale Santi Terranova, lo “stile” dei dipendenti comunali. Un documento che amplia quello precedente, varato dalla giunta Cosolini nel gennaio 2014. E che - come già vediamo in questo primo approccio - ha molti requisiti per suscitare vivaci dibattiti.
Come da prassi, il responsabile per la prevenzione della corruzione, che è lo stesso segretario generale Santi Terranova, ne ha dato pubblico avviso sulla rete civica nel quadro di un percorso partecipativo, che fissa la scadenza per proposte e osservazioni entro il 17 ottobre. Con un esplicito invito ai sindacati e al mondo delle associazioni, affinchè contribuiscano alla procedura.
I 17 articoli, che normano la buona condotta del dipendente comunale triestino, un po’ riprendono, un po’ specificano, un po’ “novellano” la delibera d’epoca cosoliniana. Fin dalla premessa evidenzia che il documento riguarda e coinvolge i «soggetti esterni all’organico comunale» che però, sulla base di un contratto/convenzione/incarico, operano nell’ambito dei servizi municipali, compresi i lavoratori socialmente utili, i cantieristi, i tirocinanti, gli stagisti.
Il perfetto comunale non può ricevere doni che abbiano un valore superiore ai 50 euro, non può accettare incarichi/consulenze da soggetti privati che abbiano avuto nei 2/3 anni precedenti determinati rapporti con l’Amministrazione. La comunicazione di interessi finanziari e conflitti di interesse va effettuata entro 10 giorni dall’assunzione o dall’assegnazione del dipendente a un nuovo ufficio: il conflitto di interessi non è di natura prettamente economica, ma può concernere situazione di amicizia/inimicizia, parenti e affini. La mancata comunicazione può comportare, in caso di recidiva, il licenziamento. In materia di incarichi “extra moenia” la remunerazione (singola o sommata) non deve eccedere lo stipendio, per i dirigenti la misura è ancor più cogente perchè dalla “prevalenza” si passa alla “particolare rilevanza”. Ampio lo spazio - come già nel Piano anti-corruzione - dedicato agli “informatori” sulle condotte illecite e alle tutele nei loro confronti.
L’art.10 sarà presumibilmente quello che più farà discutere. Innanzitutto il dipendente è responsabile del cellulare aziendale e del personal computer, utilizzandoli in conformità con le indicazioni dell’Amministrazione. Sarà attento anche al risparmio energetico, non sfrutterà trasferte e missioni per motivi personali. Timbra in sede e lo smarrimento del badge è ammesso una volta all’anno. Si veste con decoro «non indossa abbigliamento destinato prettamente a situazioni di svago o indumenti malconci e/o sudici». Braghe corte e ciabatte non sono gradite.
Il perfetto comunale «non assume bevande alcoliche», da quando timbra in entrata fino a quando timbra in uscita, quindi - importante puntualizzazione - nel divieto di ottavi&birete rientrano anche la pausa pranzo, uscite per motivi di servizio, permessi per motivi personali. Inoltre non si fuma in alcun ambito comunale, ivi compresi gli spazi all’aperto: chi vuole assentarsi, deve uscire dalle sedi municipali previa timbratura del badge.
Per le violazioni del “codice” l’organo deputato a intervenire è l’Upd, Ifficio procedimenti disciplinari, che è diretto dal responsabile del personale.
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