Addio a Perissinotto, il “padre” dell’impero agricolo delle Generali

Contribuì alla nascita di Genagricola, divenuta nel tempo con il suo impulso la più grande azienda italiana del settore

TRIESTE. È mancato Giuseppe Perissinotto, figura di spicco del mondo economico legato al Leone di Trieste. Il “Contadino” delle Generali, fu la definizione che per lui coniò l’allora presidente del gruppo assicurativo triestino Cesare Merzagora. Una definizione che nella sua semplicità racchiudeva le intuizioni e l’attività con cui Perissinotto ha saputo valorizzare nel tempo il vasto patrimonio agricolo del Leone, contribuendo alla costituzione e poi promuovendo lo sviluppo di Genagricola, che grazie al suo impulso è diventata la più grande azienda italiana del settore.

Nato a San Donà di Piave (Venezia) nel 1925, Giuseppe Perissinotto (padre dell’ex Ceo del Leone, Giovanni) si laurea con lode in Scienze agrarie all’Università di Bologna e nel 1948 inizia la sua attività nel settore agricolo di Generali. Matura un’ampia esperienza lavorando in importanti tenute della Toscana, del Lazio e dell’Emilia Romagna, dove assume la direzione dell’azienda agricola di Generali a Spazzate Todeschi, borgo immerso nelle campagne vicino Conselice, nel ravennate.

Nel 1964 viene nominato direttore responsabile dell’intero settore agricolo del gruppo. Ed è appunto in questa veste che nel 1974, su impulso di Merzagora, contribuisce alla creazione di Genagricola. Nel 1980 ne diventa direttore generale, per venire poi nominato nel 1982 amministratore delegato della società e infine, nel 1986, presidente.

In Genagricola Perissinotto ha dato impulso a quella diversificazione di prodotti e a quel ciclo integrale di produzione che pone oggi la stessa società ai vertici del settore in Italia. Nominato Cavaliere del lavoro nel 1984 dall’allora Presidente Pertini, Giuseppe Perissinotto ha guidato anche la Sementi Dom Dotto Spa e l’Agricola San Giorgio, nonché le società romene del gruppo Genagricola, favorendone l'ingresso in quel Paese. È stato socio dell’Accademia dei Georgofili, dell’Accademia nazionale di agricoltura e dell’Accademia della vite e del vino, oltre che presidente di Fata Assicurazioni Danni e Fata Vita.

Nel corso della sua lunga attività, è stato più volte insignito di riconoscimenti. Nel 2012 l’Università di Trieste - rettore era allora Francesco Peroni - gli aveva tributato la laurea magistrale ad honorem in Scienze economiche nel corso di una cerimonia in cui Gianluigi Gallenti, conferendogli il titolo in qualità di preside di Economia, lo aveva definito «paradigmatico esempio di un moderno manager del settore primario».

Era stata quella, l’occasione, per Perissinotto, di tenere una lectio magistralis sul tema “Risultati storici e aspettative in agricoltura da parte delle Assicurazioni Generali», ripercorrendo le fasi storiche dell’impegno della compagnia in agricoltura per arrivare agli sviluppi dell’internazionalizzazione della holding agroalimentare e concludere con una riflessione sulle grandi opportunità che l’agricoltura può trarre dalla «rivoluzione tecnologica in atto, che coinvolge principalmente la meccanica e la genetica che sta influenzando radicalmente il sistema produttivo».

Un sistema produttivo che in agricoltura, aveva detto Perissinotto, per «nutrire una popolazione di nove miliardi di persone attesa per il 2050 deve aumentare del 70%. E c’è una sola via per ottenere questo risultato: incrementare la resa a parità di superficie». Un’esigenza cui rispondono «quelli che io chiamo organismi geneticamente migliorati, cioè gli Ogm», aveva detto Giuseppe Perissinotto, sottolineando come «i compiti ai quali è chiamata a impegnarsi la nuova agricoltura, cioè debellare la fame nel mondo, concorrendo a fornire energia pulita all’industria, sono affascinanti e in grado di attrarre in questo settore nuovi capitali e nuovi cervelli». Cordoglio per la scomparsa del manager è stato espresso dal consiglio di amministrazione e da tutto il vertice di Genagricola per la perdita di una figura che è stata «guida indimenticata dell’azienda». 
 

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