Addio a Patrizia Piccione, penna raffinata di moda e costume
TRIESTE Bionda, molto bella, algida e al contempo appassionata, Patrizia Piccione, collaboratrice delle nostre pagine con una grande predilezione per la moda e il costume, si è spenta serenamente l’altra sera nella sua casa di Monrupino, assistita dagli amici e dai figli Teresa e Samuele. Donna di gusto e di appeal, aveva la scrittura nel sangue, essendo figlia di un corrispondente dal mondo per le pagine di Economia e Finanza dei più importanti giornali italiani.
Nata a Gorizia nel 1956, dove era vissuta fino alla tarda adolescenza, nel suo carattere s’intrecciavano il temperamento nordico della madre di origine slovena e quello del padre siciliano.
Al di là del suo fisico sottile, la bellezza in tutte le sue espressioni le apparteneva, dall’abito di classe o portato con classe al profumo esclusivo, alle opere d’arte. Come le appartenevano il glamour e una grande sensibilità per il contemporaneo, che facevano di lei una sorta di sobria e affascinante icona dei nostri giorni, quasi una Audrey Hepburn del 2000 dagli occhi azzurri.
Personalità colta, aveva una passione speciale per i film e per Jo Nesbo, poliedrico e avventuroso, originale scrittore, musicista e attore norvegese. Grandissima lettrice, amava in particolare, oltre ai testi importanti, i gialli dell’orrore, perché – come diceva lei – la rilassavano. E, negli ultimi giorni, leggeva appunto l’opera più recente dello scrittore greco Petros Markaris. Altra sua passione era Amy Winehouse, cantautrice, stilista, produttrice discografica e chitarrista britannica, altrettanto eclettica. E quando quest’artista morì, Patrizia si trovava, come le accadeva spesso, a Londra e andò assieme a molti londinesi a renderle omaggio, testimoniando più tardi l’esperienza in un bellissimo articolo.
Quella della capitale inglese e tutte le case che ha abitato risentivano della sua presenza: con tocco sobrio ed elegante lei sapeva renderle classiche e contemporanee con brio, raffinate, così com’era lei. Infatti, nonostante non fosse più giovanissima, era molto appassionata di cultura pop e contemporanea e tali predilezioni contribuivano a conferirle un aspetto giovanile. Amava moltissimo la natura e gli animali, la tranquillità di una casa immersa nel verde, come quelle dove ha vissuto gli ultimi anni. L’amatissimo cane Klaus, un grande pastore turco trovatello, adottato dalla Spagna, era morto due settimane fa. E ora è rimasta solo Elsa, la gatta obesa, anche lei adottata.
La sua carriera di giornalista, Patrizia l’aveva costruita passo passo, come free lance, collaborando a varie testate, tra le quali Zeno, dove curava una rubrica fissa di moda. E poi era approdata a Il Piccolo, sempre puntuale e accorta nel raccontare accadimenti ed eventi, sfilate, mostre d’arte e incontri, in qualità di collaboratrice delle pagine dell’Agenda, sempre con un occhio di riguardo per la cultura. Dotata di quella capacità, tipica di ogni vero giornalista, di cogliere l’essenziale, catturando il potenziale lettore con un “attacco” e una conclusione a effetto. Giovedì 8 agosto alle 14.30 i funerali nella Chiesa di Monrupino.—
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