Addio a ospedali e Ass, arrivano gli Eas
TRIESTE. Cinque nuovi enti, gli “Eas”, che mettono insieme ospedali e Ass a Trieste, Udine e Pordenone. Guerra ai “doppioni” con razionalizzazioni nei reparti di Pediatria, Chirurgia generale e Ortopedia. Meno punti nascita, pronto soccorso e posti letto per acuti in modo da rafforzare piuttosto l’assistenza territoriale nei distretti e a domicilio. Perché se aumenta l’aspettativa di vita, dunque gli anziani, e con loro le malattie croniche, ecco che allora anche l’offerta sanitaria deve cambiare. Premessa indispensabile a Debora Serracchiani e a Maria Sandra Telesca per spiegare cosa ha spinto la politica a mandare definitivamente in soffitta il vecchio apparato istituzionale su cui si reggeva il sistema sanitario in Fvg dagli anni Novanta per sostituirlo con uno nuovo. Che sposta l’attenzione sulle “cronicità”, cioè sulla gestione nel tempo del paziente che, fuori dalle corsie, necessita di percorsi “multidimensionali” diversificati. Per garantire la continuità del post-dimissioni, pure il livello manageriale degli organi deve rispondere a quest’esigenza. Di qui l’accorpamento tra Ass e ospedali. Dopo mesi di dibattiti e approfondimenti tra direttori, professionisti e giunta, dopo settimane di voci, indiscrezioni e polemiche, Serracchiani tira fuori dal cilindro la mega riforma della sanità destinata a rivoluzionare l’intero settore. Sarà legge nel 2015.
Gli “Eas”
Addio alle 11 aziende sanitarie e ospedaliere. Arrivano i 5 Eas, Enti per l’Assistenza sanitaria. L’Eas 1 Triestina, innanzitutto, frutto della fusione tra l’azienda sanitaria e quella ospedaliera, mentre l’Eas 2 Isontina e Bassa Friulana avrà all’interno i quattro presidi di Monfalcone, Gorizia, Palmanova e Latisana. L’Eas 3 Friuli montano, invece, sorge dall’accorpamento tra l’Alto Friuli, San Daniele, Tarcento, Tolmezzo e Gemona. Così l’Eas 4 Medio Friuli che nasce dall’accorpamento tra l’Ass e l’azienda ospedaliera di Udine, compreso quindi il Gervasutta. Infine l’Eas 5 Pordenonese che segue lo stesso schema di unificazione. Restano le funzioni universitarie, come chiarisce Telesca, con “una maggior sinergia” tra le facoltà di medicina a Trieste e Udine. Ciascun ente avrà una Direzione formata da un direttore generale, sanitario, amministrativo e dei servizi sociali. Strada ancora non ancora definita per gli Irccs, il Burlo e il Cro di Aviano: per il momento si parla di “integrazione” con gli enti.
Ospedali e distretti
Negli ospedali i posti letto per acuti passano dagli attuali 3,5 a 3 ogni mille abitanti. Il taglio investirà soprattutto le aree di chirurgia e materno-infantile, a fronte però di un incremento (da 0,3 a 0,7) della riabilitazione e dunque del post-acuzie. L’organizzazione poggerà su presidi ospedalieri unici, o su due sedi, ma con una differenziazione tra l’attività urgente e quella programmata. La riduzione, che mira a superare i doppioni delle aziende ospedaliere, toccherà i punti nascita in base ai criteri territoriali e di sicurezza. E ancora meno Pronto soccorso, reparti di Pediatria, Chirurgia generale e Ortopedia con la previsione di concentrare alcune attività anche nell’Oncologia. Sarà rivista, infine, l’organizzazione dei laboratori analisi. I medici di medicina generale saranno il “perno del sistema”, evidenzia Telesca, e l’assistenza dei territorio sarà affidata ai distretti socio-sanitari di cui sarà rivista l’intera organizzazione. Le funzioni per distretto si articoleranno in una decina di aree, come l’assistenza medica primaria (pediatria, riabilitazione e prevenzione ), la farmaceutica, la domiciliare, la materno-infantile, il servizio dipendenze e il Centro salute mentale.
L’agenzia
La giunta ha deciso di togliere ai 5 enti qualsiasi funzione tecnico-amministrativa che farà capo, invece, a un’unica Agenzia per i servizi centralizzati. Si occuperà di gestire acquisti, logistica, magazzino, personale e appalti. «Non comporterà alcuna spesa aggiuntiva - chiarisce Serracchiani -. Spostiamo semplicemente il personale».
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