Addio a don Valle, parroco con le pedule

Si è spento a Gorizia, all’età di 95 anni, il sacerdote che amava la montagna e prediligeva l’attività al servizio dei giovani
Don Romano Valle in una foto di qualche anno fa
Don Romano Valle in una foto di qualche anno fa

MONFALCONE Don Romano Valle, il sacerdote dal passo veloce, che nemmeno la veste talare mai abbandonata per vestiti più contemporanei riusciva a rallentare, si è arreso allo scorrere del tempo. Si è spento all’età di 95 anni nella Casa del clero di Gorizia, dove si era ritirato quattro anni fa, quando la salute aveva iniziato a tradirlo.

Don Romano non si era mai del tutto ripreso dalla brutta caduta avvenuta a fine agosto del 2011, a pochi giorni di distanza dal 90esimo compleanno, nel corso della gita da lui organizzata a Forni di Sopra. Già, perché don Valle è stato un instancabile amante della montagna, come le immancabili pedule, portate spesso anche in città, testimoniavano. Come le tantissime persone, parrocchiani e non, che l’hanno seguito negli anni ricordano con affetto.

 

Un'escursione in montagna di don Romano Valle
Un'escursione in montagna di don Romano Valle

 

Don Valle è stato però anche un sacerdote vicino ai bambini e ai ragazzi. I tanti che ha tenuto a battesimo, i piccoli della scuola dell’infanzia Maria Immacolata di via Roma, di cui era guida spirituale, i bambini della prima Comunione, cui spiegava il Vangelo in modo semplice e diretto, o gli studenti del liceo Buonarroti, di cui fu giovane insegnante di religione negli anni ’50 dello scorso secolo. Nato a Gorizia nella zona di Straccis, il 7 settembre 1921, da una famiglia molto modesta, don Valle entrò presto in seminario per diventare sacerdote. Fu uno degli ultimi a frequentare il seminario minore e quello teologico, venendo ordinato nel 1946 per le mani dell'arcivescovo Carlo Margotti ed entrando a far parte di una classe di sacerdoti friulani e sloveni, croati e italiani, fra i quali non mancano le figure di alcuni vescovi.

Diventato sacerdote, anche a causa della scarsa salute, accompagnò l'ingresso a Monfalcone, nella parrocchia di Sant’Ambrogio, del parroco don Oliviero Foschian. Insieme con lui, oltre ad altri sacerdoti, camminò per quasi venti anni don Pino Deluisa, parroco di San Giuseppe. I primi anni di sacerdozio furono intensi per il sempre energico sacerdote, fra scuola e attività formativa con i gruppi dei ragazzi e dei giovani. Nel 1966, alla morte precoce del decano, don Valle fu trasferito a Gorizia nella parrocchia del Sacro Cuore, dove operò per alcuni anni. Nel 1972, con l'istituzione di nuove parrocchie cittadine, si assunse l’incarico di essere primo parroco della neonata San Giusto e San Giovanni di Dio. Anche a Gorizia, in un rione popoloso, don Valle avviò molte iniziative che resero la vita del quartiere e della parrocchia particolarmente vivace. Come in occasione del ministero monfalconese, don Valle continuò a insegnare religione nelle scuole, in particolare nell'istituto dei ragionieri e geometri.

Nel 1986, don Valle accetta un ultimo trasferimento: diventare parroco di Sant’Ambrogio a Monfalcone e decano. Un ritorno che lo vide strenuamente impegnato per oltre venti anni e parroco fino al 1998, in una città che stava via via trasformandosi. Per il sacerdote fu un innesto di giovinezza nel ritrovare amicizie e legami e don Valle vi si prodigò diventando il centro di un’intensa attività formativa.

Sono proverbiali le sue catechesi di cresima per gli adulti e i suoi incontri di formazione e altrettanto significative la sua visita alle famiglie per la benedizione delle case e la sua presenza in canonica, dove tutti lo potevano incontrare. Nel periodo del suo servizio a Monfalcone, don Valle rinnovò l’oratorio e si assunse il compito di animare l’asilo di via Roma, dopo l’abbandono delle religiose. Da Gorizia, poi, portò l’esperienza delle camminate del giovedì: con lui tante persone, amici e colleghi di scuola, giovani e ragazzi sperimentarono l’esperienza di andare in montagna. Un’esperienza che lo rendeva felice e che visse finché le forze lo sostennero. «Spero che la sua anima riposi tra le sue montagne», ha detto ieri una monfalconese, sottolineando il segno profondo lasciato da don Valle a Monfalcone e tra i monfalconesi, credenti e non.

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