«Ad Aviano altre 50 testate nucleari». I Verdi: il governo spieghi
ROMA. Cinquanta testate nucleari sarebbero pronte a traslocare dalla base turca di Incirlik, in Anatolia, alla base Usaf di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, in quanto gli Usa diffiderebbero sempre più della fedeltà alla Nato del presidente turco Erdogan per via del suo feeling crescente con la Russia di Putin. L'ipotesi, come riportato sabato in un articolo del Gazzettino e dal Fatto online, è stata ventilata dal generale della Nato Chuck Wald in un'intervista di qualche tempo fa all'agenzia Bloomberg.
Il militare, parlando dei difficili rapporti tra Stati Uniti e Turchia, aveva citato la necessità di ricollocare le testate: «Idealmente - aveva detto - la loro nuova destinazione dovrebbe essere sul suolo europeo e una possibilità potrebbe essere la base italiana di Aviano. Da un punto di vista logistico non ci sarebbero difficoltà», aveva spiegato.
La possibilità di trasferire gli armamenti nucleari in Italia ha subito provocato reazioni polemiche. «L'Italia diventerebbe il deposito di armi nucleari più imponente di tutta Europa se fosse confermata la notizia del trasferimento di 50 testate nucleari, provenienti dalla base Nato turca di Incirlik, e questo sarebbe un fatto di una gravità inaudita perché si sommerebbero ad altre 30 testate già presenti nella base italiana di Aviano», dice il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che chiede al governo di riferire al più presto in Parlamento.
«Quello che sconcerta - aggiunge Bonelli - è l'orientamento degli Usa che decidono di trasformare l'Italia nel maggiore deposito di armi nucleari d'Europa e il silenzio del governo italiano è inaccettabile».
Anche nel 2016 si diffuse la notizia che fosse imminente il trasloco delle testate dall'Anatolia ad Aviano, ma nei fatti le cinquanta bombe atomiche sono fino a oggi rimaste a Incirlik. —
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