Acquisti online, boom nell’Isontino
Nel 2017 cresciuto del 23%. Il mercato rilancia il mestiere del postino. Soffrono i negozianti
Bumbaca Gorizia 05.01.2017 Saldi a Gorizia © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
GORIZIA Abbigliamento, libri, riviste, smartphone, tablet, piccoli elettrodomestici, prodotti per la cura del corpo: chi più ne ha più ne metta; anzi: chi più ne vuole, più ne compri. È boom di acquisti on-line anche nella provincia di Gorizia. Nel 2017 l’Isontino è stato uno dei territori in cui si è registrato uno degli incrementi più significativi di pacchi ordinati attraverso internet. A rilevarlo è Poste Italiane che lo scorso anno ha consegnato nel Goriziano 101 mila pacchi con un incremento rispetto al 2016 del 23%.
Cambiano le abitudini e con esse cambiano i consumi, dunque. E a seconda del punto di vista che si sceglie di considerare, il nuovo modo di comperare può risultare tanto positivo, quanto negativo. Per il servizio postale e per i corrieri è senza dubbio positivo. La voglia dei consumatori di risparmiare tenendo lo sguardo puntato sui mercati “virtuali” dove le offerte non mancano mai, ha portato a una trasformazione del mestiere del portalettere. Tra i social-network e la posta elettronica certificata (che si sono sostituiti rispettivamente alle lettere d’amore e alle raccomandate con ricevuta di ritorno), la professione del postino rischiava di scomparire. L’e-commerce, invece, ha rilanciato e rivitalizzato la professione facendola uscire dalla lista di quelle in via d’estinzione. «Il lavoro si sta riorganizzando e il mestiere del portalettere acquista una nuova dimensione e una nuova ragion d’essere», fanno sapere da Poste italiane ricordando che ormai tutti i dipendenti sono dotati di palmare, stampante e Pos. E non basta, c’è un altro particolare: il 25% dei goriziani che compera on-line utilizza per le sue operazioni la carta prepagata Postepay.
Bumbaca Gorizia 02_08_2017 CCIAA riunione Madriz e 25 sindaci chiusura camera commercio © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Non è però tutto oro quello che luccica. Il rovescio della medaglia è dato dal passo che segna il commercio tradizionale o, come lo chiama il presidente di Confcommercio Gorizia Gianluca Madriz, “commercio di vicinato”.
«Siamo estremamente preoccupati - esordisce Madriz -. Il dato nazionale riporta che un italiano su due ha fatto almeno un acquisto on-line. Questo significa che è difficile competere». Il numero uno dei commercianti parla di depauperamento del tessuto sociale e di concorrenza sleale da parte dei grandi nomi del sistema globale. «Si tratta di strutture che non pagano le tasse nei Paesi in cui operano e che non hanno magazzini: rivendono semplicemente prodotti di altri. Contrattano con il venditore il prezzo di vendita di un prodotto e lo vendono per lui lasciandogli un margine di guadagno risicato e l’onere dell’imballaggio e della spedizione del prodotto. Per loro non c’è nessun rischio d’impresa. Sono solo fornitori di servizi, non negozi on-line».
Shopping trolley with an 'at' sign and computer keyboard, illustration.
Madriz riconosce che contro degli avversari globali che giocano con regole diverse, non c’è modo di competere. «Se avessero un magazzino e una distribuzione classica, le cose sarebbero diverse. Stiamo mettendo in campo tutte le strategie possibili e immaginabili, ma la gente non vive più la città. L’e-commerce, in ogni caso, non mette in ginocchio solo il centri urbani, colpisce anche i grandi centri commerciali».
Pur comprendendo la necessità del consumatore di cercare il prezzo più basso, Gianluca Madriz lancia un monito. «C’è un’esasperazione che sta distruggendo tutto - dice -: a lungo andare, con la chiusura dei negozi tradizionali, si arriverà al punto che anche il rivenditore on-line non avrà più una rete distributiva su cui basarsi, una rete dalla quale andare a prendere il prodotto a basso prezzo per poi rivenderlo».
Il presidente provinciale di Confcommercio quindi allarga l’orizzonte. «Questo non è un problema solo dei commercianti di Gorizia: è di tutti i sindaci, è di tutte le regioni, è dell’Italia intera. In sintesi è di tutta la politica mondiale. È un fenomeno che deve essere monitorato attentamente e da non sottovalutare».
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