Acquamarina, il sindaco Dipiazza dopo il crollo: «Ci saranno cause milionarie»

I vigili del fuoco: ci vorranno settimane per accertare le cause del cedimento. Parla la barista scappata appena in tempo: «Il boato, poi ho visto venire giù tutto, mi hanno salvata gli angeli»

TRIESTE. «Credo che ci saranno cause milionarie fra chi ha approvato il progetto, chi ha costruito e chi ha collaudato quest'opera che poteva causare la morte di oltre 50 persone. Quel che è certo è che ci vorrà molto tempo per accertare le responsabilità, sicuramente non la mia». Ha parlato così oggi (martedì 30 luglio)  il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, il giorno dopo il crollo del tetto della piscina comunale Acquamarina, collassato alle 15 di ieri quando la struttura era chiusa per lavori di manutenzione. 

«È meglio - sottolinea - pensare a fare qualcosa di diverso per i cittadini di Trieste». Oggi, aggiunge Dipiazza, «mi ha chiamato il presidente del Credito sportivo, dandomi la sua disponibilità per la concessione di un prestito». A questo punto, conclude il primo cittadino, «penso sia il caso di pensare che con quel credito si possa direttamente realizzare un'altra struttura».

L'INCHIESTA: SETTIMANE PER ACCERTARE LE CAUSE

Ci vorranno settimane prima di potere determinare le cause del crollo del tetto della piscina Acquamarina. «Un lavoro lungo - ha sottolineato il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Mauro Luongo - che inizierà con la nomina da parte del magistrato titolare dell'inchiesta, di uno o più periti per effettuare le indagini» necessarie a comprendere come a un edificio costruito nel 2000 possa essere interamente collassato il solaio. «Nel pomeriggio - fa sapere Luongo - i tecnici del Comune hanno rimosso il traliccio pericolante che pregiudicava l'utilizzo degli spazi dell'edificio attiguo al di fuori della struttura».
 
IL RACCONTO DELLA BARISTA SCAMPATA AL CROLLO

«Ho sentito un rumore. Per un attimo sono andata a guardare... poi visto il tetto sopra la piscina che si piegava all’improvviso, pezzi di mattoni che cadevano giù... allora ho preso immediatamente il telefonino in mano e sono scappata fuori velocissima. Mentre correvo ho visto il crollo dietro di me...». . Gabriela Denisa Iasmina Buzetoiu, 27 anni, rumena, lavora al bar dell’Acquamarina.

Quando si è accorta di cosa stava accadendo forse non ha avuto nemmeno il tempo di prendere paura. L’istinto l’ha guidata. L’istinto a salvarsi da quella che poteva essere una vera e propria strage. «Sono fuggita velocissima... sono salva per miracolo. Mi hanno portato fuori gli angeli», spiega la ventisettenne con voce concitata. Gabriela, mentre racconta, è ancora visibilmente sotto choc. «Non c’era nessuno con me, ero da sola...».



Soltanto un’ora e mezza dopo l’incidente i Vigili del fuoco hanno potuto recuperare gli effetti personali della barista. Lo zaino che, come ogni giorno, la ragazza si era portata al lavoro. E che, per andarsene di fretta, ha lasciato nella struttura. I pompieri hanno recuperato, nelle ore successive, anche la cassa del bar con il denaro dentro.

Cosa ha visto esattamente? Cosa ricorda?

Ricordo che io ero al bancone del bar, che è praticamente attaccato alla piscina. Ho sentito un forte rumore, come fosse un terremoto. Ho visto mattoni che si staccavano dall’alto... mi sono avvicinata un attimo per capire cosa stava accadendo... c’erano gli operai che scappavano. È così che mi sono accorta che stava crollando il tetto. Quindi ho afferrato il cellulare e sono scappata all’esterno... tutto è successo in pochissimi secondi

Cos’altro ha visto?

Mentre scappavo fuori per mettermi in salvo, il tetto è crollato completamente. Ho visto tutta la scena, sono ancora sotto choc. È venuto giù tutto in una frazione di secondo. Il crollo comunque si è limitato alla zona della piscina.



Nel bar c’era soltanto lei in quel momento?

C’ero soltanto io, per fortuna, perché la piscina in questo periodo non è funzionante... fortunatamente in vasca non c’erano le persone che vengono abitualmente. Ecco, sì, dall’altra parte della struttura c’erano i fisioterapisti e i pazienti. Ma erano dall’altra parte, non in piscina. Ci siamo salvati tutti. Un miracolo che non ci siano feriti... io sto ancora tremando... Di mattina presto comunque sono arrivate delle persone a chiedere di entrare perché non sapevano che la piscina era chiusa. Sono andati via. Comunque, quando sono corsa fuori, accanto a me c’era anche una signora che era venuta al bar. L’ho ritrovata fuori. Credo che anche lei abbia chiamato i soccorsi.

Si è fatta forse un’idea di come mai sia potuta accadere una cosa del genere?

No, veramente. Nessuno poteva immaginare un fatto di questo tipo. Ho sempre pensato che questa fosse una struttura a posto, sicura, non so darmi spiegazioni. Quando sono uscita dall’Acquamarina abbiamo subito chiamato i soccorsi. Grazie al cielo non mi sono fatta niente e nessuno si è fatto male.

Cos’altro ricorda?

Ricordo solo io che scappavo con il telefonino in mano, il più veloce possibile, e la scena del tetto che si piegava. Altro non ricordo. Io credo che mi abbiano salvato gli angeli. Sì, sono loro che mi hanno portato fuori. Poi sono arrivati Polizia, Carabinieri e ambulanze.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo