«Acqua passata ma l’amarezza c’è»

Cosolini: «Ho già pagato l’anno scorso. Votai quella delibera per spirito collegiale»

TRIESTE. «Ho già chiuso il conto l’anno scorso, quando com’è noto ho pagato i 70mila euro della mia quota, rimborsando integralmente la Regione per quanto la sentenza contabile di secondo grado ci contestava, per una delibera che non era di mia competenza e che avevo votato come gli altri per spirito collegiale». Roberto Cosolini, il 26 marzo 2004, non potè godere della stessa fortuna che ebbe inconsapevolmente a quel tempo il collega di giunta Roberto Antonaz, che in quanto assente alla seduta in cui era stata approvata la delibera 721/2004 (l’unico su dieci assessori più il presidente Illy) non fu chiamato poi a restituire alcunché. Al sindaco di Trieste candidato al mandato-bis in vista delle amministrative di giugno, dunque, la sentenza formulata dalla Corte dei conti di Roma nel 2014 è già costata cara. Come allo stesso Illy e ad altri otto assessori regionali, Antonaz escluso. E la Cassazione - con un pronunciamento che è tecnicamente inconferente per i destini politici delle singole persone, con l’eccezione proprio dell’ex governatore che si è individualmente appellato alla Suprema Corte - altro non fa che rendergli la certezza che chi ha dato ha dato. A differenza di Illy però, che si dice senza sentimenti di fronte all’ultima puntata di questa vicenda, Cosolini ammette di soffrirne.

«Premetto - così l’attuale sindaco del capoluogo, che tra il 2003 e il 2008 fu assessore regionale al Lavoro - che per me non sarebbe cambiato comunque nulla, visto che un anno fa ho appunto pagato personalmente. Mi restano tuttavia due ragioni di amarezza. Una è che un giudizio, il primo, ci aveva dato ragione mentre un altro, il secondo, ribaltò le cose. Non sapremo mai quali giudici abbiano valutato al meglio una questione comunque complessa. A ruoli invertiti, tra le due sentenze, ne saremmo usciti tutti indenni. La seconda ragione per la quale avverto amarezza è che in cinque anni di giunta regionale, nell’ambito di 250 sedute fatte per un totale di sette, otto, forse diecimila delibere approvate, le delibere portate da me in giunta, e istruite precedentemente dai dirigenti del mio assessorato, non hanno generato mai alcun problema. Io quella delibera la votai per spirito collegiale. Rispetto sempre qualsiasi sentenza, pronunciamenti della magistratura contabile compresi. Dunque, con serenità, ho pagato». Quanto alla decisione di Illy di eclissarsi dalla faccia della terra politica? «Rispetto il suo punto di vista», taglia corto Cosolini. (pi.ra.)

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