AcegasAps a rischio per le mire di Hera, sindaci alla finestra
TRIESTE. Un fulmine a ciel sereno. I sindaci di Trieste, Gorizia e Udine non hanno avuto alcuna informazione preliminare da parte di Hera e AcegasApsAmga sull’ennesimo tentativo di fusione che potrebbe spostare in Veneto la gestione dei servizi municipali di gas, elettricità e rifiuti, nell’ambito dell’operazione con cui Hera sta cercando di entrare nella multiutility che sta nascendo nella vicina regione. I primi cittadini sono alla finestra e attendono chiarezza dai consigli d’amministrazione convocati per questa settimana.
Nel cda di Hera siede Federica Seganti, indicata in quota Lega quale unica rappresentante del Friuli Venezia Giulia. «Non posso fare commenti – dice – perché l’operazione è in corso». Seganti ha appreso del tentativo di fusione durante un cda convocato d’urgenza la scorsa settimana e a giorni parteciperà a una nuova riunione. Nel consiglio di Acegas siede invece Marina Monassi, quota Forza Italia, designata dal Comune di Trieste: «Siamo convocati a Udine domani (oggi, ndr) per il cda, ma non ci hanno ancora detto niente».
Siamo a un nuovo capitolo degli accorpamenti in atto nel settore multiservizi. La bolognese Hera e la bresciana A2A si contendono lo sbarco in Veneto, attraverso l’ingresso nella società che nascerà dalla fusione di Agsm Verona e Aim Vicenza. Hera ha depositato una manifestazione d’interesse per entrare con il 33% e, secondo indiscrezioni, si è resa disponibile a far gestire direttamente da Verona e Vicenza i servizi principali di Acegas (luce, gas e rifiuti) in quel di Trieste, Gorizia, Udine e Padova. Ad Acegas resterebbero illuminazione pubblica, servizio idrico ed efficientamento energetico.
Spetta ad Agsm e Aim decidere se accettare, dando il via a un iter che potrebbe comportare l’uscita dal cda di Acegas dei rappresentanti dei Comuni di Trieste, Udine e Padova, che non avrebbero più voce in capitolo sui servizi nel proprio territorio. In una nota ufficiale, Hera getta acqua sul fuoco, chiarendo che «stiamo parlando di una proposta preliminare e non impegnativa». La società sottolinea inoltre che le attività da trasferire «risultano largamente minoritarie rispetto alla dimensione di AcegasApsAmga» e che sarà quest’ultima e non Hera la protagonista dell’affaccio in Veneto. Per i bolognesi, Acegas «avrà il ruolo di governo delle sue attività, permettendo a tutti i clienti serviti nel Triveneto di condividere i benefici economici e industriali che deriveranno dalle rilanciate dimensioni».
Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza non boccia l’operazione e attende: «Non sono preoccupato per l’impatto su Trieste. Ho già parlato con Tommasi di Vignano (presidente di Acegas, ndr), che mi ha spiegato il percorso. Al momento non possiamo valutare gli effetti, ma magari ci renderemo conto che i pro avranno superato i contro. Vigilerò affinché gli interessi di Trieste vengano sempre tutelati».
In Consiglio comunale alza però la voce il forzista Bruno Marini: «Notizia che lascia allibiti, con Acegas che rischia di essere spogliata di compiti e asset, dopo che il Comune ha già ricevuto un colpo enorme avendo perso la presidenza della società». Il grillino Paolo Menis ne fa una questione di vecchia data: «È un sistema impazzito da anni, un'evoluzione prevedibile dopo le fusioni prima col centrodestra (Acegas con Aps) e poi col centrosinistra (AcegasAps in Hera)».
Ottimista il primo cittadino di Udine Pietro Fontanini: «La proposta di Hera non ci preoccupa perché significherebbe allargare il mercato a Verona e Vicenza. Per restare sul mercato è necessario crescere». Scettico invece il collega goriziano Rodolfo Ziberna: «Sarebbe un allontanamento delle decisioni del territorio. Queste grandi aggregazioni non si traducono in servizi migliori e la municipalità finisce per diventare un semplice utente che si rivolge al call center».
L’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti è tra il critico e il rassegnato: «La notizia ci è piovuta addosso, ma si tratta del proseguimento della scelta fatta dall’amministrazione comunale Cosolini di vendere Acegas. Abbiamo perso così il controllo della nostra multiutility, che è in mano a una società di Bologna, il cui cda decide il nostro destino senza che ci siano margini di intervento. Preoccupa che la nuova società sarebbe totalmente sbilanciata, con Verona e Vicenza che conterebbero due terzi: si dovrà lavorare sui patti parasociali». Il dem Francesco Russo accusa il centrodestra di immobilismo: «Si sta aprendo una partita decisiva e ancora una volta sembrano spettatori passivi. Vediamo se saranno capaci di difendere gli interessi del territorio: Trieste, Udine e Gorizia passerebbero a una “sudditanza” certificata dalla schiacciante minoranza dentro la nuova multiutility. A cosa porterebbe la piena disponibilità di Verona e Vicenza del termovalorizzatore di Trieste?». —
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