Accusato di pedofilia: suicida in canonica il parroco di Santa Croce

Da poco era emerso un terribile episodio del passato: aveva abusato di una ragazzina di 13 anni. L'allarme lanciato dal vescovo Giampaolo Crepaldi
La chiesa dov'era parroco don Maks Suard (Lasorte)
La chiesa dov'era parroco don Maks Suard (Lasorte)

Avevano un appuntamento fissato per ieri pomeriggio. Ma quando il vescovo Giampaolo Crepaldi è entrato nella chiesa di Santa Croce raggiungendo infine la canonica, si è trovato davanti una scena terribile. Il corpo ormai privo di vita del parroco, Maks Suard, appartenente alla comunità slovena: il sacerdote, 48 anni, si è impiccato. L’arcivescovo doveva incontrare proprio lui.
L’allarme è stato dato poco prima delle 17: dalla questura è stata inviata sul posto una pattuglia della Squadra volante, raggiunta poco dopo dai colleghi della Scientifica e della Squadra mobile. A Santa Croce è arrivato poi anche il medico legale Fulvio Costantinides. Dell’accaduto è stato informato subito il pm di turno, Federico Frezza.

Il prete suicida era accusato di pedofilia
La sede della Curia di Trieste, in via Cavana

Perché Crepaldi aveva deciso di recarsi alla parrocchia dell’Invenzione di Santa Croce? È stata proprio la Diocesi di Trieste, nella serata di ieri, a spiegarlo attraverso una nota ufficiale: «Con l’animo pieno di dolore e di sgomento, questa Curia diocesana comunica la morte per suicidio del sacerdote Maks Suard - inizia così il comunicato -. Il vescovo, venuto a conoscenza il 23 di ottobre di fatti gravi successi molti anni fa che coinvolgevano una ragazzina di 13 anni, sabato 25 ottobre aveva chiamato don Maks per le dovute comunicazioni. In quella circostanza il sacerdote aveva ammesso le sue responsabilità che implicano come primo atto, per legge canonica, la sua rimozione da ogni incarico pastorale e l’invio del dossier alla Santa Sede quale organo competente per questo genere di delitti».

La chiesa dov'era parroco don Maks Suard (Lasorte)
La chiesa dov'era parroco don Maks Suard (Lasorte)

Una verità tremenda, sconvolgente. La comunicazione della Curia prosegue: «Nella circostanza, il sacerdote, con umiltà e serenità di spirito, aveva chiesto due giorni per preparare una lettera di dimissioni e una memoria scritta in cui chiedere perdono a Dio, alla Chiesa e alla ragazzina per il male commesso. L’incontro fissato era per quest’oggi nel pomeriggio (ieri, ndr)».

E qui la nota riepiloga quanto successo sino alla scoperta del cadavere: «Il vescovo dopo aver avvisato alle 16 don Maks del suo arrivo, giunto verso le 16.30 circa nel luogo, alle sue ripetute telefonate, in quanto la porta della canonica risultava essere chiusa, non riceveva alcuna risposta. Chiamato il sacrestano, che gli ha aperto la porta della canonica, con lo stesso rinveniva il corpo privo di vita del sacerdote. Di seguito sono pervenute le forze di polizia e investigative che, con professionalità e delicatezza, hanno svolto la loro opera. La vicenda del sacerdote avrebbe dovuto seguire il suo iter canonico e giudiziario che forse gli avrebbe consentito nel tempo un auspicabile recupero umano e cristiano nel rispetto delle leggi - conclude la nota diffusa dalla Diocesi -. Questa Curia, affranta per i risvolti drammatici e inattesi della vicenda, affida l’anima del sacerdote alla preghiera dei buoni e alla misericordia del Padre celeste».

Il vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi
Il vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi

«Il vescovo è molto scosso, turbato da quanto successo». Erano state queste, nel tardo pomeriggio di ieri, le uniche parole che il segretario di Giampaolo Crepaldi aveva consegnato alla stampa, rinviando all’indomani per la diffusione di una nota da parte della Diocesi di Trieste. Il comunicato è invece stato diffuso poi nella serata di ier.

Ordinato nel dicembre del 1995, Maks Suard veniva descritto da chi lo conosceva come un uomo schivo. Insegnava religione nelle scuole slovene. «Eravamo stati ordinati assieme. Era una persona molto chiusa - ricorda don Fabio Gollinucci, parroco ai Santi Pietro e Paolo -. Aveva sempre vissuto un po’ isolato proprio per questo suo carattere. Forse noi, preti e comunità, non abbiamo saputo prevedere cosa potesse accadere (si riferisce al suicidio, ndr). Non si può prevedere una cosa del genere». Osservazioni, queste, raccolte un’ora prima che arrivasse la nota della Diocesi.

Nel 2010 il vescovo Crepaldi aveva deciso di assegnare a Suard l’incarico di amministratore parrocchiale a San Bartolomeo Apostolo a Caresana, nel comune di San Dorligo della Valle (poi, lo spostamento a Santa Croce). «Dire che sono colto alla sprovvista è dir poco. Francamente non riesco nemmeno a trovar le parole, tale è la sorpresa, la costernazione e la tristezza che provo di fronte a questa notizia»: questo il primo commento di Boris Pangerc, già sindaco di San Dorligo della Valle per due mandati, dal 1995 al 2004. Pangerc conosceva bene Maks Suard, il parroco di Santa Croce trovato suicida nella canonica della frazione dell’altipiano carsico. «Siamo stati colleghi all’istituto Simon Gregorcic di Dolina per almento due annate scolastiche - ricorda Pangerc, a sua volta allo scuro del tremendo retroscena della vicenda -. Suard insegnava ovviamente religione. Era una persona particolare - continua - con un carattere piuttosto riservato; tuttavia era disponibile e pronto alla battuta. Spesso e volentieri si rendeva protagonista nell’organizzazione di diverse iniziative. Rispettoso con tutti e delle idee di tutti, partecipava con trasporto alle manifestazioni locali, le diverse sagre e gli appuntamenti che coinvolgevano la comunità. Mi pare che nel passato fosse attivo anche con l’universo scoutistico. Difficile commentare oltre un avvenimento così tragico».

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