Accorpamento nel Cnr, a rischio gli enti di ricerca di Trieste
Istituti di ricerca di Trieste di nuovo a rischio accorpamento. L’intenzione del ministro dell’istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo sarebbe infatti proprio quella di accorpare i principali enti di ricerca italiani nel Cnr, con conseguente smantellamento delle rispettive strutture, inserendo il relativo provvedimento nel disegno di legge di stabilità. La notizia del provvedimento, intitolato “Razionalizzazione del sistema della ricerca”, è stata una doccia fredda per i presidenti dei 12 enti interessati, la maggior parte dei quali assicura di essere rimasta ignara delle intenzioni di Profumo. Almeno fino a stamattima, quando il ministro ha convocato i presidenti degli istituti a una riunione d’urgenza. Gli enti interessati sono l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’Istituto nazionale di ricerca metrologica, l’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs), la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, il Consorzio per l’Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, l’Istituto nazionale di alta matematica Severi, il Museo storico della fisica e Centro di studi e ricerche Enrico Fermi e l’Istituto italiano di studi germanici di Roma. «È stato un dialogo difficile», ha riferito all’Agi Fernando Ferroni, presidente dell’Infn. «Abbiamo letto sulla stampa le anticipazioni - ha aggiunto - ma non abbiamo alcun documento scritto». «Non abbiamo ricevuto alcun documento ufficiale», ha confermato Adriano De Maio, presidente del Consorzio per l’Area di ricerca di Trieste. «Per quelle che sono le informazioni circolate questo provvedimento non ha senso», ha commentato ancora De Maio. Le critiche, al momento, non sono tanto rivolte ai contenuti del provvedimento, ma alle modalità attraverso cui il ministro vorrebbe realizzare questo piano, cioe inserendolo nel disegno di legge di stabilità. «La mia speranza - ha detto Ferroni - è che ci sia qualche margine di discussione». Il Cnr dopo gli accorpamenti diverrebbe il Centro Nazionale delle Ricerche. Il provvedimento prevederebbe anche l’istituzione di due nuove agenzie: una deputata al trasferimento tecnologico e l’altra al finanziamento della ricerca e al monitoraggio dei risultati.
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