Accordo sulla Ferriera, Serracchiani: "Aiuteremo tutti a garantire la firma dell'Authority"

Dopo la sigla del documento a Roma, non sottoscritto dall'Autorità portuale, la presidente della Regione si dice "dispiaciuta" e rilancia sulla firma della presidente della Torre del Lloyd Marina Monassi in vista del Comitato portuale convocato per lunedì prossimo 

"Sono dispiaciuta perchè avevamo lavorato anche alle richieste dell'Autorità portuale fino a un'ora prima che si licenziasse il testo". Lo ha detto la presidente della Regione Debora Serracchiani commentando la mancata sottoscrizione da parte dell'Authority guidata da Marina Monassi dell'Accordo di programma sulla Ferriera di Servola. "Aiuteremo tutti a garantire lunedì prossimo la firma dell'Autorità portuale", ha aggiunto la governatrice. L'Accordo è stato definito dal sindaco Roberto Cosolini "un risultato importante" ottenuto anche grazie alla "grande incisività" dell'azione portata avanti da Serracchiani in queste settimane nei confronti del governo. Siglato giovedì 30 gennaio a Roma ai ministri dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, dell’Ambiente Andrea Orlando, della Coesione territoriale Carlo Trigilia, del Lavoro Enrico Giovannini e dal sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Rocco Girlanda, il documento prevede rilancio delle attività industriali, riqualificazione e recupero ambientale, salvaguardia dei livelli occupazionali dell’area produttiva e portuale di Trieste, in particolare della Ferriera di Servola.

Con la sottoscrizione dell’accordo - come ha sottolineato Serracchiani - "abbiamo sbloccato 72 milioni, di cui 57 per Servola. Di questi, 15 devono essere messi dal privato ma 42 sono pubblici e di questi ultimi 26 sono della Regione". Con l'Accordo, come informa una nota, si avvia, in un arco temporale definito e concordato, l’individuazione di un percorso di reindustrializzazione del sito della Ferriera di Servola attraverso la valutazione e l’approvazione di un progetto di recupero e riqualificazione presentato dal soggetto imprenditoriale che sarà individuato dalla procedura di evidenza pubblica, promossa dall’amministrazione straordinaria della Lucchini.

Unca nota stonata è stata appunto l'assenza dell'Autorità portuale e la mancanza, sul protocollo, della firma della presidente Marina Monassi. Quest'ultima ha fatto sapere di non aver voluto siglare il protocollo di rilancio della  Trieste economica, industriale e portuale perché "il testo emendato dell'Accordo avrebbe portato a una diminuzione di entrate al bilancio dell'Ente non quantificabile (l'attuale canone annuale è pari a 1,6 milioni euro) ed un accollo straordinario di oneri ambientali (circa 10 milioni di euro) non di competenza Apt". Di qui la convocazione del Comitato portuale straordinario per lunedì mattina, quello cui si riferisce appunto Serracchiani. E sul quale ora si spostano i riflettori.

 

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