Accordo fatto, Porto Vecchio al Comune
È bastato un mese dopo che l’ex presidente Marina Monassi ha tolto il disturbo dalla Torre del Lloyd perché la questione del Porto Vecchio si risolvesse. Al termine di un incontro protrattosi per poco più di tre quarti d’ora ieri pomeriggio all’ex Centrale idrodinamica il commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino e il sindaco Roberto Cosolini hanno comunicato di aver raggiunto, sotto l’alta sorveglianza di rappresentanti della Direzione generale e della struttura territoriale dell’Agenzia del Demanio e di dirigenti della Regione, l’intesa informale per la cosiddetta sdemanializzazione dell’intera area. Rimangono nella circoscrizione del Demanio marittimo la linea di costa con le banchine, i due stabilimenti balneari e le società nautiche sul terrapieno di Barcola. Passano al Comune tutti i magazzini, nessuno escluso, tutte le aree e gli spazi retrostanti il frontemare. La “mappa” è pronta e dunque da ieri è sostanzialmente nata Trieste2.
«Entro aprile - ha spiegato il sindaco - tutti gli adempimenti saranno conclusi e l’Agenzia del Demanio emanerà il provvedimento che ufficializzerà il passaggio. Aver raggiunto questo risultato con due sole riunioni di nemmeno un’ora - ha aggiunto - dimostra quale spirito collaborativo si è creato ed è un segnale di grande speranza per il futuro di Trieste». «Parallelamente assieme agli operatori - ha aggiunto D’Agostino - identificheremo le aree dove spostare 500mila metri quadrati di Punto franco, logicamente in particolare nel Porto Nuovo».
Rimangono ora valide soltanto le concessioni già in essere: quella a Genoa metal terminal che fa parte del gruppo Steinweg di Rotterdam all’Adriaterminal, unico terminal commerciale in attività in tutto il Porto Vecchio dove il traffico è costituito soprattutto da metalli e legnami, e quella alla Saipem (montaggio di macchinari per l’industria petrolifera off-shore) che ha a disposizione fino al 2020 un’area di 27mila quadrati, compreso il Magazzino 23, dove ha insediato un centro di supporto logistico.
Ma dal punto di vista dei nuovi usi dell’area, la principale è quella a Greensisam, società della quale il proprietario Pierluigi Maneschi ha annunciato la prossima vendita della maggioranza delle quote a un gruppo finanziario-immobiliare europeo, sembra tedesco. Vendita che dovrebbe prendere consistenza proprio adesso dato che Greensisam grazie a questo provvedimento avrà la possibilità di acquistare dal Comune quei primi cinque magazzini, liberati anche del cappio del Punto franco, dei quali aveva ottenuto la concessione novantennale.
Analogamente, potrà puntare all’acquisto dei magazzini la Fincantieri che, in base all’ultimo bando dell’Autorità portuale, aveva chiesto la concessione dei capannoni 24 e 25, del Molo Zero e del bacino compreso tra il Molo Zero e il Molo Primo per la durata di 35 anni allo scopo di creare un marina per megayacht di rilevanti dimensioni fornito di tutti i servizi vari a supporto dei clienti (foresterie, alberghi, uffici e servizi) e dotato di infrastrutture per effettuare lavori di piccola manutenzione ai natanti. Resta in vigore però ad esempio anche la concessione di gestione dei parcheggi a Trieste terminal passeggeri sul piazzale retrostante al Molo Quarto che pure passa al Comune, a differenza della stazioncina marittima utilizzata anche per convegni ed eventi sulla banchina stessa che resta sotto il Demanio marittimo.
Le richieste di concessione avanzate in base all’ultimo bando dell’Autorità portuale, compresa quella di Fincantieri, non sono invece più valide, ma al massimo possono venir considerate manifestazioni di interesse. Spetterà infatti al Comune preparare un nuovo bando per la ricerca di investitori che dovranno per forza essere di rilievo e consistenza internazionali dal momento che l’operazione di recupero sarà comunque estremamente dispendiosa: bisognerà infatti mantenere le facciate dei magazzini storici che sono sotto stretto vincolo architettonico della Soprintendenza e bisognerà assumersi anche gli oneri per le infrastrutturazioni. Gli introiti che ne ricaverà il Comune dovranno essere girati a favore delle infrastrutture del Porto Nuovo.
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