Accordo Comune-Demanio Via il costo degli affitti
La catena del risparmio si è messa in moto, e non stiamo parlando delle diarie degli eletti, e non sono solo tagli e progetti mozzati e rimessi a giacere in armadio. Adesso finalmente anche il Demanio, un ente storicamente lento le cui pratiche procedevano a ritmo dei decenni, stringe accordi veloci e perfino volentieri. Lo fa col Comune, costretto ad altrettanta solerzia per liberarsi dal pagamento di molti e onerosi affitti per immobili e per suolo pubblico. Senza la spinta feroce che c’è adesso col bisogno di quattrini, nessuno mai si era preoccupato di dover pagare l’affitto al Demanio perfino per la Pineta di Barcola, per esempio.
La revisione e sistemazione del patrimonio comunale è stato un lavoro intenso dell’assessore Andrea Dapretto: mesi fa aveva fatto il quadro della situazione. In mezzo anno sono cambiate molte cose. Di fatto il Comune è riuscito a risparmiare sugli affitti il 30% della spesa complessiva. Che era di 1 milione e 47 mila euro. Roma (e si capisce che il paragone è prepotentemente sproporzionato, ma è un bel parametro) nel 2012 ha pagato di affitti 106 milioni di euro.
Alcune partite si sono giocate in pieno centro. Dismessi affitti in palazzi delle Assicurazioni Generali: «Uffici di coordinamento e “project financing” che erano in piazza Unità 7 li abbiamo trasferiti nel palazzo dell’Anagrafe in largo Granatieri - elenca Dapretto -, l’ufficio Statistica che era in via Torbandena è stato traslocato in Villa Sartorio, dove c’erano degli uffici pronti e vuoti. Il risparmio ottenuto è stato pari a 128.400 euro, il 13% della complessiva spesa per affitti, che è stato usato per “tamponare” il bilancio 2013».
Più sostanzioso l’esito dell’accordo stretto col Demanio, che sarà formalizzato entro il mese. In un colpo solo risolti il caso del Museo del mare, di Campo Marzio, della Pineta di Barcola e (notizia da evidenziare) quello della caserma Duca delle Puglie di via Cumano, dove è in costruzione il Museo de Henriquez e in parte c’è il Museo di storia naturale. Fu uno dei punti di fuoco del Piano regolatore gestito e mai finito da Dipiazza, che per non pagare quei 121 mila euro di affitto all’anno avrebbe ceduto al Demanio la caserma di Banne con permesso di edificare così da elevarne sulla carta il valore di mercato. Il Museo del mare costava annualmente 18.400 euro, la Pineta di Barcola 15 mila, pur essendo di uso pubblico e a completa gestione comunale, e in più c’era un’area parzialmente usata dal Mercato ortofrutticolo del costo di 25 mila. Affitti eliminati. Risparmio: 180 mila euro. Che sommati ai precedenti fanno 300 mila, un terzo appunto del totale.
In cambio il Demanio riceve l’enorme immobile inutilizzato dell’area ex Crda (Cantieri riuniti dell’Adriatico) retrostante via Locchi dove 8 mesi fa la Guardia di finanza ha rinunciato a realizzare la propria nuova sede. «Il Comune, per equilibrio di valore nell’ambito della permuta, fornirà anche la progettazione: il Demanio riunirà in quel palazzo tutti i propri uffici».
Altre piccole affittanze sono ridotte o eliminate anche in via Mascagni e a Opicina in via Nazionale dove ci sono uffici della polizia municipale. Alla nuovissima caserma Beleno invece i vigili ci entreranno se va bene il prossimo anno: non solo mancano gli arredi, ma si sono dovuti fare ulteriori lavori di adeguamento «per meglio separare l’accesso del pubblico - afferma Dapretto -, si è manifestata nei fatti una promiscuità non adeguata alla sicurezza». In questo caso la velocità non riceve certo un voto buono.
A fronte di tutti questi accordi e traslochi, manca ancora infatti un’esito di trattativa con l’Autorità portuale, «paghiamo per esempio 580 euro per l’aiuola davanti alla Stazione marittima, è una piccola cifra ma emblematica - dice l’assessore -, dovremo riaprire la trattativa e mettere tutte le cose sul piatto. L’Autorità portuale ha le sue esigenze, ma anche noi le nostre. Per il bene di tutti, sarà buona cosa raggiungere un punto d’incontro».
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