Accoltellato con dei cocci: arrestati due minorenni a Trieste
Aggressione a un trentenne, colpito con pezzi di vetro e poi operato a Cattinara. I sedicenni hanno ammesso le loro responsabilità. L’accusa è di tentato omicidio
Silvano Trieste 2018-05-26 Piazza Perugino
TRIESTE Tentato omicidio in concorso. Con questa pesantissima accusa due sedicenni – uno triestino, l’altro di nazionalità serba – sono stati arrestati sabato mattina dai poliziotti della Questura e ora si trovano rinchiusi nell’istituto di pena minorile di Treviso. Sono sotto inchiesta per aver aggredito lo scorso 18 maggio, in piazza Perugino, un trentenne triestino, un soggetto che viene definito “con delle fragilità” e che frequenta spesso quella zona. Colpendolo più volte alla schiena con dei cocci di bottiglia, gli hanno procurato delle profonde ferite, che alla fine, fortunatamente, non si sono rivelate letali.
Il gravissimo episodio di cronaca ha come palcoscenico una piazza che da tempo evidenzia delle criticità. Balordi stazionano infatti sulle panchine di piazza Perugino per ore, bevendo, venendo spesso alle mani, facendo chiasso e infastidendo i passanti. È in quel contesto che sembra maturato anche questo fatto, sfociato poi nell’accusa di tentato omicidio a carico dei due ragazzi. Un episodio sul quale per giorni, visto il coinvolgimento di minorenni, gli inquirenti hanno mantenuto il massimo riserbo.
Ma andiamo a quella sera. Il 18 maggio scorso, a tarda ora, verso le 23.30, i residenti della zona hanno udito delle urla. Affacciandosi, hanno assistito a una violenta lite tra tre persone che stazionavano nella piazza. A quanto è dato sapere da una prima ricostruzione, i due sedicenni, approfittando appunto dello “stato di fragilità” del trentenne, hanno, “per futili motivi”, e presumibilmente anche dopo qualche birra di troppo, attaccato briga. Hanno quindi usato, nei suoi confronti, parole pesanti, offese e provocazioni di vario tipo. Poi l’escalation, con le bottiglie di birra spaccate a terra e i cocci, come detto, utilizzati a mo’ di lama di coltello per colpire l’uomo alla schiena. Non uno, ma più fendenti. Alcuni superficiali, altri più profondi.
Alla vista del sangue, i due minorenni sono scappati. Il trentenne, dolorante e con la schiena sanguinate, si è trascinato fino al vicino bar Catina di via Settefontane, al cui interno, a quell’ora, c’erano ancora diversi avventori. Sporco di sangue, sotto choc e impaurito, ha chiesto aiuto. A quel punto sono stati immediatamente chiamati i soccorsi. In prima battuta è intervenuto il personale del 118, raggiunto tempestivamente da una volante della Questura.
Mentre veniva sottoposto alle prime cure, il trentenne, pur in stato confusionale, ha fornito alcune indicazioni circa la dinamica dell’assalto nei suoi confronti e l’identità dei due aggressori. Età presunta, altezza, nazionalità, abbigliamento. Tutto quanto era possibile ricordare e descrivere, insomma. Non erano nuovi, in quella piazza. Una serie di dettagli che, nei giorni successivi, ha trovato riscontro nelle indagini condotte dagli investigatori del Commissariato di San Sabba su delega della Procura dei minori. Il giovane ferito, tornando a quella sera, è stato dapprima accolto al Ponto soccorso e poi, dopo un delicato intervento che ha permesso di suturare i profondi tagli rimediati sulle spalle e all’altezza delle reni, è stato ricoverato in Medicina d’urgenza, dove è stato trattenuto per diversi giorni. È stato dimesso ieri mattina.
Gli investigatori della polizia hanno ascoltato quanti quella sera erano presenti in zona, dunque gli avventori del bar Catina nonché alcuni residenti della zona che abitano proprio negli appartamenti che si affacciano sulla piazza. Indicazioni interessanti sono scaturite comunque anche dalle parole che la polizia è riuscita a raccogliere tra gli stessi balordi che stazionano spesso in mezzo a piazza Perugino. Alcune ore di indagini sono bastate a far emergere i primi elementi indiziari a carico dei due aggressori e a indirizzare le indagini.
In pochi giorni, poi, il cerchio si è chiuso. I minorenni indagati sono stati così rintracciati finché ieri mattina, su disposizione del gip del Tribunale dei minori di Trieste che ha accolto la richiesta della locale Procura dei minori, sono stati arrestati. I due hanno ammesso le loro responsabilità. Non si tratta, a quanto si è saputo, di ragazzi che soffrono di particolari condizioni di disagio. I genitori, con i quali vivono, erano presenti ieri mattina nel momento in cui la polizia ha proceduto al loro arresto e, successivamente, al loro trasferimento nell’istituto di pena minorile nel vicino Veneto. Nella nostra regione non esistono infatti strutture penali per minori e quella di Treviso è l’unica del Triveneto. Non è la prima volta che un pezzo di vetro rischia di trasformarsi in un’arma letale. Proprio un anno fa in Capo di Piazza (si legga a lato) un venticinquenne era stato gravemente ferito da un coetaneo che, scagliandogli addosso un bicchiere di vetro, gli aveva procurato un profondo taglio alla gola.
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