Accoltellato a Muggia, preso anche il complice

Indagato un ragazzo che era in possesso dell’arma da taglio con la quale la sedicenne ha colpito il kosovaro
Silvano Trieste 10/02/2013 Carnevale di Muggia, gli agenti controllano lo svolgimento
Silvano Trieste 10/02/2013 Carnevale di Muggia, gli agenti controllano lo svolgimento

È finito nei guai un altro giovane minorenne per l’accoltellamento di sabato sera durante la festa del Carnevale a Muggia per il quale è rimasto ferito in maniera grave Argjend Z., 18 anni, originario del Kosovo.

È un amico della ragazza triestina che, interrogato dai poliziotti della Squadra mobile, ha ammesso di aver consegnato poco prima alla sedicenne un coltello a serramanico. È accusato di porto abusivo d’arma. «Le ho fatto vedere che il coltello era nella tasca del mio giubbotto e lei lo ha preso», ha ammesso il giovane rispondendo alle domande dei poliziotti del commissariato di Muggia. Le condizioni di Argjend Z. sono in miglioramento. È ricoverato in Teapia intensiva dopo essere stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Perché la lama ha sfiorato il fegato.

La ragazza che è accusata di lesioni gravi ha raccontato ai poliziotti che il kosovaro era completamente ubriaco. Che come una furia - mentre stava ballando - l’ha aggredita mettendole le mani attorno al collo nel tentativo di strangolarla.

E questo - hanno ricostruito gli investigatori - perché la ragazza del kosovaro (che non è la sedicenne) si era spostata di qualche metro andando a ballare con il gruppo. In sostanza la sedicenne triestina ha raccontato di aver preso il coltello dalla tasca dell’amico che glielo aveva indicato per reagire all’aggressione dell’altro motivata da agitazione e rabbia perché la sua ragazza era andata con l’altro gruppo. Una versione questa che - ovviamente - dovrà essere confermata da altri accertamenti e testimonianze. Infatti la giovane ha dichiarato pure che mentre al culmine della lite, lei impugnava il coltello con la mano destra, il kosovaro nel parapiglia le è venuto addosso rimanendo ferito.

Certo è che quando Argjend Z. è crollato a terra tenendosi le mani sull’addome insaguinato la sedicenne e gli altri giovani che erano con lei e che, nella calca infernale stavano ballando, si sono tutti dileguati. Non solo. La ragazza finita nei guai si è messa in tasca il coltello e poi è tornata a casa. L’arma con la quale è stato ferito gravemente il kosovaro è stata infatti trovata dagli investigatori della mobile durante la perquisizione effettuata nell’abitazione della giovane triestina. È stata lei stessa messa alle strette, così precisano i poliziotti, a consegnare spontaneamente il coltello a serramanico agli investigatori. Fornendo, appunto, la sua versione dei fatti.

La minorenne triestina è stata identificata non solo grazie alle testimonianze di alcuni giovani che l’altra sera attorno alle 21.30 erano presenti nell’area nei pressi del parcheggio del Caliterna. Ma anche attraverso le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso dell’Azienda sanitaria. Raggiungerla per i poliziotti della Squadra mobile e del commissariato non è stato facile. Perché le testimonianze erano poco convincenti. Finché solo a tarda notte gli investigatori sono riusciti a dare un nome alla ragazza. Che ora è accusata di lesioni gravi. E il suo amico di porto abusivo d’arma.

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