Accoltellamento a bordo della Star Princess a Monfalcone: in tre per riuscire a bloccare l’aggressore
Emergono nuovi dettagli sulla violenza che lunedì ha coinvolto due bengalesi in cantiere. L’autore avrebbe agito con premeditazione attraversando 16 ponti alla ricerca della vittima. Solo l’intervento di altri colleghi ha evitato il peggio
Ha attraversato sedici ponti, per raggiungerlo. Col coltello appresso. E quando l’ha trovato accucciato, tutto preso dal lavoro da tubista che in quei minuti stava svolgendo a bordo della Star Princess, l’ha scagliato a terra, l’ha afferrato e ha iniziato a colpirlo con uno, due, più fendenti. Dove capitava. Gambe e braccia, perfino un gluteo. Sette tagli in tutto.
Forse l’aggressore non si sarebbe neppure fermato lì. Ma ha smesso. Perché il compagno di lavoro con cui il ferito – un cittadino di origini bengalesi, 28 anni all’anagrafe – stava l’altra mattina operando sul ponte quattro non c’ha pensato un secondo in più ed è intervenuto. Ha iniziato a strattonare l’uomo alle spalle, a spingerlo per fermarlo. E alla fine dei concitati attimi ci son volute altre due persone per bloccare il presunto accoltellatore di 24 anni, pure bengalese, B.M. le sue iniziali, fino all’arrivo della Volante. Vale a dire: il secondo operaio accorso sulla scena che l’ha inseguito mentre si stava allontanando verso l’uscita della nave. E un addetto della vigilanza privata interna del cantiere che l’ha trattenuto lì.
L’operaio ha acciuffato e disarmato B.M., levandogli di mano l’arma, un coltello per la frutta con lama di circa dieci centimetri. L’addetto alla security appunto l’ha tenuto fermo fino all’ingresso nello stabilimento degli agenti del Commissariato, precipitatisi a Panzano una volta diramato l’allerta. I poliziotti, poi in mattinata, hanno arrestato il 24enne con l’accusa di lesioni aggravate. I fendenti, infatti, per fortuna non hanno attinto punti vitali, altrimenti la condotta del giovane avrebbe rischiato d’incorrere nell’ipotesi del tentato omicidio. Si attende nel frangente la convalida o meno dell’arresto, in genere entro le 48 ore dal fatto.
Inizia dunque in qualche modo a delinearsi l’inquietante episodio avvenuto lunedì mattina a bordo della Star Princess, in costruzione a Panzano. La seconda nave da crociera a Lng (gas naturale liquefatto) che il gruppo sta costruendo per Princess Cruises: 178 mila tonnellate di stazza lorda, gemella della Sun, consegnata a inizio 2024. La seconda più grande imbarcazione finora prodotta in Italia.
L’accoltellamento è avvenuto verso le 8.20 del mattino. B.M., occupato nella medesima ditta dell’appalto dove lavora la vittima, cioè la Tjm srl, si trovava a rivestire le sue mansioni al ponte venti, quindi in tutt’altra area rispetto a quella del ferito. È sceso fino al quarto livello, per raggiungerlo e squarciarlo con la lama. Tuttavia senza gravi esiti e meno male. L’aggredito è stato in seguito trasportato al Pronto soccorso, dove medici e infermieri gli hanno suturato i tagli, senza la necessità di un ricovero.
Stando alle ricostruzioni che trapelano, non vi sarebbero stati neppure troppi scambi di parole tra i due. Viene riferita solo una frase di minaccia, che sarebbe stata pronunciata da B.M.: «Io ti ammazzo». Insomma, una discesa dal ponte venti, con l’animo già in subbuglio. Non una lite scaturita lì per lì: più probabile pertanto lo scenario di uno screzio antecedente. Le motivazioni del gesto, a due giorni di distanza dall’episodio, restano comunque mistero. Si sente dire di dissapori di natura personale, forse una precedente lite. Spetterà agli inquirenti, che hanno sequestrato il coltello da frutta e avviato le indagini, ora in fase embrionale, chiarire perché è accaduto l’accoltellamento a bordo. Quali pregressi l’hanno fatto maturare.
Resta, su tutte, una domanda. Cosa sarebbe successo se il 28enne, all’arrivo di B.M, fosse stato solo? —
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