Accertato un caso, sottoposte a controllo altre 53 persone
Un nuovo caso di tubercolosi è stato accertato a Monfalcone. Ad ammalarsi un dipendente di un'impresa di servizi insediata nel territorio i cui lavoratori sono tutti italiani e residenti in zona. L'uomo, viste le sue condizioni, ha dovuto essere ricoverato nel reparto infettivi dell'Azienda ospedaliera di Trieste e, trattandosi di una forma "aperta" di Tbc, cioé contagiosa per via aerea, tutta la cerchia familiare e lavorativa ha dovuto essere sottoposta a controlli. Si tratta in tutto di 53 persone, che, appunto, perché familiari o colleghi di lavoro, sono state a stretto contatto con l'uomo e sono state quindi sottoposte agli accertamenti previsti dai protocolli sanitari nazionali e regionali per la prevenzione della Tbc. I controlli sono stato attivati in queste settimane in seguito alla segnalazione ricevuta dalla Struttura di Igiene pubblica dell'Azienda sanitaria isontina. Tutte le persone sono state sottoposte al test ”Mantoux”, il quale permette di valutare l'esistenza di avvenuto contatto con il bacillo tubercolare, nell'ambulatorio di profilassi tubercolare di Monfalcone. «Nel caso di una negatività al test è previsto in ogni caso un successivo controllo a distanza di 60 giorni - spiega il responsabile dell'Igiene pubblica dell'Ass, il dottor Luigi Donatoni -. Nel caso di positività, la persona viene sottoposta a un Rx torace. Se l'esame radiologico risulti negativo, sono pure previsti degli accertamenti a distanza di tempo, appoggiandosi anche al Servizio di fisiopatologia del sistema respiratorio presente negli ospedali di Monfalcone e Gorizia».
Gli accertamenti hanno escluso altri casi della forma aperta della malattia, mentre non pare che il lavoro d'indagine dei sanitari della Struttura di Igiene pubblica sia riuscito a individuare la fonte esatta del contagio, che non può essere imputata in modo automatico alla maggiore mobilità delle persone nel territorio.
«Ci sono capitati casi di contagio in ambito familiare - conferma il dottor Donatoni -, in cui una persona anziana, che aveva contratto l'infenzione in età giovanile, ha sviluppato la malattia, rimasta fino ad allora latente, a causa di un abbassamento delle difese immunitarie». Anche a fronte del nuovo caso, il responsabile del Dipartimento di igiene pubblica dell'Ass non ritiene ci sia alcuna ragione di allarme per il territorio. Nell'Isontino si presentano in media dai tre ai sette casi all'anno di tubercolosi, una malattia che si pensava ormai scomparsa, ma che invece si è riaffacciata anche a causa dell'insorgenza di ceppi resistenti agli antibiotici negli anni '80 dello scorso secolo. Più che il vaccino, abbandonato in Italia ormai da anni a causa della sua scarsa efficacia, come ricorda il dottor Donatoni, possono fare buone condizioni igieniche e di salute generale e un adeguato sistema di sorveglianza territoriale. I sintomi della Tbc sono tosse, perdita di peso, dolore toracico, febbre e sudorazioni. Nel tempo, qualche volta, la tosse può essere accompagnata anche da presenza di sangue nell’espettorato.
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