Abuso sessuale su un profugo pakistano minorenne

Viveva nelle baracche sull’Isonzo e poi nella tendopoli allestita in via Brass. Un settantenne italiano gli avrebbe offerto soldi per un rapporto sessuale. Presentata una denuncia
Bumbaca Gorizia 02.09.2014 Tendopoli in Isonzo Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 02.09.2014 Tendopoli in Isonzo Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Lo ha avvicinato. E gli ha offerto soldi in cambio di una prestazione sessuale. Il ragazzo pakistano, che esibiva un documento che attestava la maggiore età, ha accettato. Poi abbiamo scoperto che si trattava di un minorenne che ha ceduto alle richieste di un uomo fra i 60 e i 70 anni, forse goriziano, comunque italiano».

La rivelazione-choc è dell’assessore provinciale al Lavoro e Welfare Ilaria Cecot. E viene confermata integralmente da Michele Migliori, segretario dell’Associazione radicale “Trasparenza è Partecipazione” di Gorizia. Ieri mattina, entrambi hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri che, immediatamente, hanno aperto un fascicolo e fatto partire le indagini. La vittima di quello che è un presunto caso di prostituzione minorile è un diciassettenne pakistano, appartenente al gruppo di richiedenti-asilo che vivevano all’adiaccio.

Il fatto si sarebbe verificato nelle scorse settimane in riva all’Isonzo, nelle immediate vicinanze della baraccopoli eretta dai profughi. «Il ragazzo aveva dichiarato alla Questura di essere maggiorenne ma, quasi subito, ci siamo insospettiti perché ci sembrava davvero troppo giovane - spiega Ilaria Cecot -. Sospetto che avevamo anche per altre persone che sono state ospitate successivamente nella tendopoli di via Brass. Ad un certo punto, i volontari del Campo Francesco e uno dei portavoce dei richiedenti-asilo mi hanno raccontato l’agghiacciante esperienza cui era rimasto vittima il giovane pakistano. Non volevo credere alle mie orecchie».

Aggiunge l’assessore provinciale: «Il giovane, secondo quanto raccontato dal portavoce degli immigrati, sarebbe stato accompagnato fuori dall’accampamento dallo sconosciuto che lo avrebbe portato a casa sua. Successivamente, l’uomo si sarebbe rifatto vivo e si sarebbe allontanato nuovamente dalla baraccopoli assieme al giovane pakistano. Di fronte alle urla di altri immigrati, l’uomo ha lasciato repentinamente la zona a bordo di una vettura. Stando a quanto mi è stato raccontato, nel primo caso si sarebbe consumato un rapporto sessuale». Lo sconosciuto viene descritto come una persona dai 60 ai 70 anni: altri particolari non ci sono.

Circostanze che trovano ampia conferma nelle parole di Michele Migliori dei Radicali. «La vicenda è emersa due giorni fa quando uno dei “capi” del gruppo di richiedenti asilo ci ha avvicinato e ci ha confidato quanto era successo. Peraltro, la presunta vittima della violenza sessuale è una delle persone più giovani presenti prima nelle baracche sull’Isonzo, poi nella tendopoli di via Brass. Avevamo notato un comportamento strano nel ragazzo che continuava a rimanere un po’ isolato, sulle sue, pensieroso e mai perfettamente integrato con il resto del gruppo».

A quel punto, la Provincia non ci ha pensato su due volte e ha voluto verificare se i sospetti che si trattasse di un minorenne fossero fondati. «Lui ha sempre dichiarato di avere più di 18 anni ma, alla prova dei fatti, è risultato avere 16 o 17 anni. Fondamentale è stata la radiografia del polso che ha permesso di accertare la sua vera età. Di conseguenza, trattandosi di un minorenne non accompagnato, è stato trasferito al “Civiform” di Cividale del Friuli, un centro idoneo ad ospitare chi non ha raggiunto la maggiore età. Peraltro, viene seguito da un team di psicologi che sono stati perfettamente informati di quanto accaduto. Un plauso va anche all’Ufficio immigrazione della Questura di Gorizia dove abbiamo trovato grande sensibilità e grande comprensione», le parole di Ilaria Cecot.

Non solo. Assieme a lui sono stati condotti a Cividale altri due minorenni che si è potuto scoprire fossero tali sempre grazie alla radiografia del polso. «Si tratta di un quindicenne e di un giovane che non è stato possibile capire se avesse 17 o 18 anni. Ad ogni modo, il Tribunale dei minori di Trieste, di fronte al dubbio, ha preferito mettere sotto tutela anche quel ragazzo».

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