Abusi sessuali su un ragazzino Condannato a due anni e 8 mesi

Carcere per un uomo di 66 anni che, avvicinato il giovane nella zona delle Rive, lo aveva convinto a seguirlo a casa dove si era consumata la violenza. Disposto anche un risarcimento da 10mila euro
Di Matteo Unterweger
Tommasini-Trieste-Tribunale
Tommasini-Trieste-Tribunale

Condannato a due anni e otto mesi di reclusione, e al pagamento alla parte lesa di una provvisionale di 10mila euro. Con il rinvio al giudice civile della quantificazione definitiva dell’ammontare del risarcimento dovuto. Questa la sentenza pronunciata dal Gup Laura Barresi nei confronti di Bruno Riccobon, 66 anni, nato a Capodistria e residente a Trieste, giudicato colpevole di violenza sessuale e segnatamente di aver costretto e indotto a subire atti sessuali un ragazzino che all’epoca dei fatti era minorenne, approfittando della condizione di difficoltà psichica che quest’ultimo stava vivendo in quel momento. Questo l’esito del processo con rito abbreviato a carico dell’uomo.

La vicenda giudiziaria è relativa a un fatto accaduto nel 2009. Dall’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Massimo De Bortoli, è emerso come durante un notte di giugno di quell’anno l’oggi sessantaseienne avesse avvicinato il giovane che si trovava su una panchina nella zona delle Rive e mostrava un evidente malsessere legato alla forte preoccupazione per un imminente esame scolastico. L’uomo, constatata la situazione, aveva allora invitato il ragazzo prima a bordo della sua automobile in modo che lo stesso potesse scaldarsi un po’ stando al chiuso e successivamente a casa sua per bere una bevanda calda. Dopo essere arrivati nell’abitazione di Riccobon, l’uomo aveva chiesto al ragazzino se questi volesse farsi una sauna, invito che il giovane aveva accettato. E poi, con la scusa di voler contribuire a fargli passare il malessere generato dall’apprensione per l’incombente prova scolastica, aveva proposto di effettuare un massaggio alla schiena all’allora quindicenne. Di lì a poco, quel massaggio si era però trasformato in un abuso. Con il ragazzino, rimasto bloccato per lo choc, costretto a subire atti sessuali. L’uomo non si era fermato neanche di fronte alle ripetute richieste giunte dall’adolescente.

Le indagini sono state effettuate dalla Squadra mobile della questura di Trieste, su input del sostituto procuratore De Bortoli. Il quale ha chiesto e ottenuto alla fine la condanna del sessantaseienne, che deve ora scontare due anni e otto mesi di reclusione, senza la condizionale. Stabilita contestualmente l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Come accennato, l’uomo - difeso in aula dall’avvocato d’ufficio Dario Miani - deve anche pagare alla vittima dell’abuso un risarcimento di diecimila euro, in attesa che poi in sede civile sia fissata la quantificazione definitiva.

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