Abusi in comunità a Trieste, Cassago in silenzio davanti al gip

Il presidente de “La Fonte” di Prosecco si avvale della facoltà di non rispondere. Emergono vecchie denunce di ex operatori
Lasorte Trieste 26/02/18 - Campo Sacro, Prosecco, Comunità Famiglia La Fonte
Lasorte Trieste 26/02/18 - Campo Sacro, Prosecco, Comunità Famiglia La Fonte

TRIESTE Dal passato della “Fonte”, residenza per disabili e minori non accompagnati con sede a Prosecco, spuntano altre denunce, nell’ambito delle quali ricompare la figura del presidente Ferdinando Cassago, attualmente agli arresti domiciliari nella sua casa di Cussignacco. I fatti risalgono a un momento antecedente il periodo 2013-2017, già oggetto dell’attuale inchiesta della Squadra mobile, coordinata dal pm Pietro Montrone, che ha fatto scattare l’arresto di Cassago nei giorni scorsi. Il settantenne, accusato di maltrattamenti e abusi ai danni di ragazzi stranieri ospiti della struttura, è comparso ieri davanti al gip di Udine – delegato dal collega triestino Giorgio Nicoli – per l’interrogatorio di garanzia: si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Trieste, in arresto il presidente della comunità per minori
Lasorte Trieste 26/02/18 - Campo Sacro, Prosecco, Comunità Famiglia La Fonte


Gli episodi delle querelle legali precedenti risalgono, si accennava, a quando la residenza per minori non accompagnati non era ancora sorta, ma esisteva solo quella per disabili. A sporgere denuncia allora – era il 2013 – alcuni operatori socio sanitari, presenti nella struttura tra il 2009 e il 2014. Tra questi, una donna seguita per un po’ di tempo per “stress lavorativo” anche da alcuni medici. Quattro processi su cinque però sono stati persi dagli operatori, che attribuiscono tale esito a «testimonianze false da parte di alcuni colleghi in cambio di promesse da parte di Cassago». In particolare, in tribunale due operatori, Anna Liso e Antonio Marletta, madre e figlio, ci sono andati per due motivi diversi. La prima perché richiedeva il riconoscimento delle dimissioni per giusta causa, il secondo perché accusato di aver rubato dalla cucina de “La Fonte”. La prima perde, il secondo vince, riuscendo a dimostrare che «mai lui aveva sottratto qualcosa».

Ma Liso ancora oggi ricorda il periodo in cui tutto cominciò: «Io chiedevo le dimissioni e loro, per non concedermele, mi avevano accusata di aver detto a un utente “negra, tornatene al tuo Paese” – racconta –, frase che io non ho mai pronunciato; ma durante il processo alcuni operatori, tra cui l’ex direttrice Noemi Troja (da cui è partita la denuncia che ha fatto scattare le attuali indagini della Procura, ndr), hanno testimoniato il falso in tribunale, supportando Cassago». L’episodio di cui sarebbe stata accusata Liso, sarebbe avvenuto nell’agosto del 2013: in seguito l’ex oss «avrebbe passato notti d’ansia». «Sono dovuta andare da un medico per curarmi – racconta –, il quale mi ha prescritto degli psicofarmaci dal momento che stavo parecchio male e alla fine ho dato le dimissioni perché non volevo più stare in quella struttura». Sul luogo di lavoro infatti avrebbe più volte riscontrato un «clima poco idoneo», portato anche all’attenzione, spiega, del Comune e nello specifico dell’ex assessore alle Politiche sociali Laura Famulari. «Ma nessuno ci ha ascoltato», ricorda. In merito l’ex esponente della giunta Cosolini afferma: «Era stata fatta anche una segnalazione con i sindacati, avevamo fatto delle verifiche non solo sul cibo ma su altri aspetti e poi gli uffici tecnici avevano effettuato un controllo, io stessa avevo eseguito dei sopralluoghi e le cose erano via via migliorate».

Gli episodi riferiti da Merletta e Liso descriverebbero «da parte di Cassago soprusi nei confronti del personale» e frasi «inopportune agli utenti disabili». «In particolare a uno di questi ultimi Cassago chiedeva spesso se “si era fatto una s... la notte” – riportano –, a un’altra “come sta la p.......” e se “aveva fatto gighi-gighi con un altro paziente”». Ma i due parlano pure di «cibo spesso scaduto e poco abbondante, tenuto sotto chiave da Cassago»: «Molte borse della spesa Cassago le regalava a dei politici che venivano anche a cenare nella struttura la sera, dove eravamo noi a cucinare».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo