Abusi al centro estivo, condannato a 6 anni
L’ex autista che faceva la spola tra città e Carso ritenuto colpevole di più episodi ai danni di una bimba di quattro anni e mezzo
TRIESTE Sei anni di reclusione per abusi, quasi quotidiani, su una bambina di soli quattro anni e mezzo che frequentava il centro estivo “La Mezzaluna” di Malchina. È questa la pena alla quale è stato condannato un cittadino rumeno di 52 anni. Si chiama Marin Floaca e - all’epoca dei fatti, era il 2012 - guidava il pulmino con il quale portava i bambini al centro estivo del Carso triestino. A pronunciare la sentenza è stato il giudice Laura Barresi che non ha assolutamente accolto la richiesta di assoluzione da parte del pm Antonio Miggiani. Il quale, dopo le prime indagini, aveva chiesto l’archiviazione del procedimento. Poi, però, l’allora gip Raffaele Morvay lo aveva costretto a riaprire le indagini con un decreto. Ma il pm aveva poi nuovamente chiesto l’archiviazione. Finalmente su istanza dell’avvocato Maria Pia Maier, che tutela la famiglia della bambina, un altro gip, questa volta Guido Patriarchi, aveva disposto nuovi ulteriori accertamenti. Finchè, a quattro anni dai fatti, è stato disposto il processo in abbreviato che, appunto, si è concluso con la maxicondanna di Marin Floaca. Nel capo di imputazione si legge che l’aveva obbligata a toccarlo e poi l’aveva abusata. E tutto questo era avvenuto approfittando «delle condizioni di inferiorità fisica e psichica» della minore. Il gip Barresi, nella sentenza (che in quanto pronunciata al termine di un processo in abbreviato prevede la pena scontata di un terzo), ha anche disposto il versamento di una provisionale di 10mila euro alla bimba e di un’altra della stessa entità ai genitori. L’uomo è stato difeso dagli avvocati Lucio Calligaris e Stefano Briscik. Che si sono battuti per l’assoluzione. La sconvolgente vicenda era emersa casualmente nell’ottobre 2012 durante una visita dei genitori con la bambina all’attiguo agriturismo in cui prestava servizio Floaca. «Scesi dall’auto abbiamo visto che all’ingresso del bar era seduto Marin, che sapevamo essere il conducente del pullmino dei bambini», aveva riferito il padre nella denuncia presentata ai carabinieri di Duino Aurisina. E aveva aggiunto: «Quando mia figlia ha notato Floaca è esplosa in un pianto a dirotto». Un comportamento apparentemente inspiegabile. Ma alla sera, al rientro a casa, la bambina di quattro anni e mezzo aveva riferito ai genitori in maniera sommaria quello che le era accaduto durante il soggiorno al centro estivo. Poi, nei giorni seguenti, aveva aggiunto dettagli su dettagli. «Marin mi ha toccato le parti intime», aveva spiegato al papà mostrandogli cosa le era successo non una ma tante, troppe volte. In quella che credeva essere la casa di Floaca ma che in realtà era una stanza del comprensorio dell’agriturismo di Malchina. Le accuse della bambina, pesanti come macigni, erano emerse poi anche nell’incidente probatorio: la piccola vittima aveva confermato le dichiarazioni rese agli investigatori e agli psicologi. E anche, indirettamente, durante il processo, quanto accaduto era stato confermato da alcuni dei testimoni. In particolare si tratta di dipendenti della struttura che avevano riferito della facilità con cui l’autista poteva avere accesso alle stanze dell’agriturismo. Inoltre era stata determinante la consulenza di uno psicologo che aveva accreditato le dichiarazioni della bambina. Che era stata ritenuta idonea appunto a rendere testimonianza precisando che la piccola «sa leggere la realtà che la circonda in modo corretto, senza distorcela o ignorarla». Marin Floaca è attualmente libero. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Video