«Abbiamo avvistato in golfo a Trieste una medusa-killer»
«Sono stato sciocco a non fare una foto, avevo il cellulare con me, ma non avevo idea potesse essere qualcosa di così pericoloso e fuori dal comune». Nicola Comandè, triestino, classe 1986, impiegato alla Wärtsilä, è un grande amante e conoscitore della pesca e del mare. Così come Sandro Daris, coetaneo, dipendente della Tripnavi. I due però mai si sarebbero aspettati di imbattersi in uno degli organismi marini più letali per l'uomo: la Physalia physalis, più comunemente conosciuta come caravella portoghese. «Era venerdì 21 febbraio, intorno alle 17.30 - racconta Comandè -. Io e Daris eravamo a bordo della mia barca nella zona del pontile Siot al circolo nautico Rio Primario per dei lavori di manutenzione. A un tratto abbiamo visto questa medusa a pelo d'acqua, a pochissimi metri dal pontile. La sacca era di colore bianco mentre i tentacoli andavano dal blu al viola. Mi ha colpito molto perché sembrava una di quelle meduse urticanti "bastarde", quelle con i tentacoli scuri e la classica "x" sulla sacca, ma era di dimensioni nettamente più grandi rispetto alla media di quella specie e soprattutto sembrava mutilata da un'elica o un qualcosa di simile. Oltretutto sembrava nuotare molto attivamente, dando delle pompate tipo polipo, non come le meduse fanno di solito».
Qualche giorno dopo lo strano avvistamento il dipendente Wärtsilä, che in seguito al suo amore per il mare si è cimentato anche nella realizzazione di un canale youtube su cui carica video e tutorial di pesca, navigando in rete si imbatte in una fotografia che ritrae lo stesso organismo identificato poco prima nelle acque del Golfo triestino. «Quella specie di medusa era stata trovata nelle coste occidentali della Sardegna ed era la Caravella portoghese, uno degli esseri marini più letali per l'uomo. Non ho potuto fare altro che avvisare il mio amico Sandro che a sua volta, dopo aver visto la foto, ha contattato il centro di Biologia marina», prosegue Comandè. Ieri mattina Paola Del Negro, dall'Ogs, ha confermato la segnalazione mettendo però le mani avanti: «Non possiamo avere la certezza assoluta che quella vista in Golfo fosse davvero una Caravella portoghese, ma la segnalazione che poi è stata inoltrata alla Capitaneria di Porto è giunta da una persona che ci è parsa affidabile. La presenza di un simile organismo nell'Alto Adriatico è sì difficile, ma non impossibile».
Le probabilità aumentano sensibilmente tenuto conto anche della zona in cui è stato trovato questo essere, ossia l'area vicino allo stabilimento della Siot. Solitamente questi organismi si lasciano trasportare dal vento, proprio come le caravelle. «Ma non è escluso che magari sia stata portata dentro l'acqua di qualche nave», ipotizza Del Negro, con tutte le dovute cautele del caso. Nel dubbio i sub devono tenere gli occhi aperti. E in casi di avvistamenti sospetti contattare la Capitaneria di Porto o l'Ogs.
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