Abbattuti tra le proteste 40 dei 69 tigli di Ronchi dei Legionari

RONCHI DEI LOEGIONARI Qualcuno ha portato via un pezzo di tronco per ricordo. C’è stato chi ha intonato al flicorno un brano che racchiudeva tutta la tristezza del momento. Ma anche chi, travestito da prete, ha benedetto gli alberi prima che venissero abbattuti.
È iniziata già prima delle 15, mercole 4 dicembre a Ronchi l’operazione di abbattimento di 40 dei 69 tigli lungo via Duca d’Aosta, tra via Roma e via Mazzini. Un’operazione che ha visto impegnata una ditta specializzata, durata un paio d’ore e che si è svolta davanti agli occhi, tristi, ma anche carichi di rabbia, di chi si è battuto in molti modi perché non succedesse. Le bandiere di Legambiente listate a lutto, i cartelli dal titolo esplicativo Requiem, mentre le motoseghe procedevano inesorabilmente ed una speciale macchina estirpava i tronchi dal terreno.
Il tutto davanti agli occhi attenti di Carabinieri, Polizia di Stato e della Polizia locale. Che non sono intervenuti visto che la protesta si è svolta in maniera civile, educata, seppur sintomatica della contrarietà che in molti avevano già espresso nei mesi scorsi.
Tra gli attori della protesta, accanto a Michele Tonzar, presidente di Legambiente, anche i consiglieri Enrico Masarà del Pd ed i pentastellati Lorena Casasola e Denis Deiuri, mentre proprio un attivista dei 5 Stelle, Brian Harland, mentre Francesco Ivone suonava il flicorno, ha indossato i panni del prete ed ha benedetto le piante. Una battaglia durata per mesi, quella che si è conclusa ieri.
Da una parte i contrari, i quali hanno sempre dissentito sulle perizie commissionate, dall’altra l’amministrazione comunale, la quale ha messo in risalto lo stato di salute precario delle piante. Da oggi ancora all’opera, prima per l’eliminazione delle ceppaie, poi per la messa a dimora di nuovi alberi, di genere Pyrus, già alti e, quindi, pronti a fare la loro parte nel sistema urbano in cui si trova via Duca d’Aosta. Masarà ha sottolineato come stata cancellata una parte di storia della comunità.
«È una vergogna – ha detto – siamo di fronte ad un comportamento arrogante dell’attuale amministrazione comunale». Anche Legambiente attacca. «Non ci hanno ascoltati – ha commentato Tonzar – e, crediamo, questo sia stato un atto di forza che poteva essere evitato. Molti alberi erano sani, mentre pensiamo ci siano problemi molto più urgenti in questa cittadina da affrontare anche in questo settore. Il patrimonio verde va salvaguardato». Respinge tutte le accuse, il primo cittadino. «Abbiamo commissionato una perizia, raccolto tutti i pareri utili – ha detto Livio Vecchiet – e se siamo intervenuti lo abbiamo fatto non certo a cuor leggero, ma pensando alle conseguenze che potevano esserci lasciando la situazione come stava. Non abbiamo cancellato il verde e la prova sarà la messa a dimora, a brevissimo tempo, di nuovi alberi, adeguati e, soprattutto, sani». —
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