A2A e inquinamento, nuove analisi

Il sindaco Altran ha accolto la richiesta dei rioni di proseguire con i test sullo stato di salute del territorio

Il sindaco di Monfalcone, Silvia Altran, ha incontrato le rappresentanze dei comitati di rione nell'ambito del Tavolo tecnico ambientale che riunisce Comune, Arpa, Azienda sanitaria, Regione e Provincia e A2A per valutare le ricadute della presenza della centrale termoelettrica. E ha immediatamente accolto l'appello dei quartieri sul proseguimento delle analisi sulla salute del territorio, senza venire influenzati da limiti economici, assicurando la continua vigilanza del Comune. Il sindaco ha ricordato che «il Comune rappresenta la principale autorità locale in materia di salute: qualora gli organi tecnici (Arpa e Ass) segnalino condizioni di rischio per l'ambiente, è il Sindaco che deve intervenire emettendo ordinanze di carattere sanitario».

Da parte dell’Azienda sanitaria è stata fatta presente la creazione di un Osservatorio regionale epidemiologico per la realizzazione di un’attività di rilevazione epidemiologica. Le indagini sono in corso e Monfalcone è stato indicato come il primo comune sul quale indagare. I primi risultati dovrebbero essere disponibili a fine aprile.

La professoressa Sabrina Cauci, consulente per conto dei rioni, si è soffermata sulle due attività di indagine svolte nel corso del 2014. In merito allo studio sui licheni, pur apprezzandone la significatività scientifica e la trasparenza, ha fatto notare il numero ridotto di campioni esaminati. Per lo studio di Arpa sono state mosse diverse osservazioni, chiedendo che venga fornito un numero maggiore di dati, chiedendo inoltre un’ulteriore indagine con i licheni da eseguire nella primavera 2015 e l'acquisto di nuove attrezzature per la misurazione di PM10, PM2.5 e PM0.1, e proponendo anche l'istituzionale di un gruppo multidisciplinare per esaminare tutta la materia.

Arpa Gorizia ha rinviato una risposta più esauriente a tutte le domande a un prossimo incontro organizzato dall'assessorato regionale all'Ambiente, sottolineando comunque l’attenzione dimostrata nei confronti del territorio monfalconese.

Il professor Mauro Tretiach dell’Università di Trieste ha ricordato che il limite dell’indagine dei licheni derivava dall'utilizzo di licheni autoctoni, quindi legato alla scarsità delle specie. Successivi campionamenti potrebbero quindi essere fatti in aree specifiche, ma la scelta non poteva essere fatta a priori, era necessaria una verifica propedeutica. La Direzione regionale ambiente ha assicurato comunque che la tematica e i quesiti proposti nel documento presentato dai rioni saranno senz’altro oggetto di approfondimento.

A2A ha poi evidenziato che sono in corso altri due studi: il primo è stato imposto in sede di rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale e fortemente voluto dall’amministrazione comunale, e prevede un’indagine analitica molto complessa a camino ed in ricaduta su sei punti di misura. Condotto dal CNR, prevede quattro campagne di rilevamento: due prima del completamento dei deNOx e due dopo la realizzazione di detti impianti. Le campagne di analisi sui microinquinanti vengono svolte con la medesima periodicità: una nel periodo estivo (la prima si è svolta nell’estate 2014) ed una in quello invernale. I dati consentiranno quindi il raffronto prima e dopo l’installazione dei deNOx. Il secondo è invece uno studio modellistico sull’andamento delle ricadute.

A chiudere gli interventi è stato Paolo Plossi, consulente del Comune, che ha messo in rilievo l'alto livello qualitativo delle attività svolte, grazie al coinvolgimento di tecnici (Cnr per le analisi delle emissioni e ricadute, Arianet per la modellistica delle ricadute, Tretiach per l'indagine di bioaccumulo su licheni) che rappresentano alcuni tra i migliori a livello nazionale.

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