A2A anticipa i diktat di Roma «Pronti all’addio al carbone»
TRIESTE. «La chiusura della centrale termoelettrica di Monfalcone nel 2025? Noi, quella decisione, l’abbiamo preceduta». A Udine, nel giorno in cui A2A presenta il bilancio di sostenibilità, l’amministratore delegato Valerio Camerano commenta anche l’ok del governo alla decarbonizzazione nella città dei cantieri come nella quasi totalità delle altre centrali italiane.
A fissare lo stop nel 2025, la scorsa settimana, una prescrizione contenuta all’interno della Strategia energetica nazionale (Sen) proposta e sostenuta anche dalla Regione Friuli Venezia Giulia in sede di commissione energia della Conferenza delle Regioni, che fa appunto specifico riferimento al concetto di decarbonizzazione dell’economia e di transizione energetica con il graduale abbandono delle fonti fossili. Per A2A, non una sorpresa. «Abbiamo deciso la decarbonizzazione dell’impianto ben prima della Sen – sottolinea Camerano –, che ha fissato limiti che noi ci eravamo già dati. La decisione comunicata da Roma va in continuità con la nostra politica e non possiamo dunque che ribadire serietà e scrupolo nella gestione dell’impianto».
Il futuro? «Intanto sarà concertato – prosegue l’ad di A2A –. Con le istituzioni interessate intendiamo identificare uno sviluppo che punti alla sostenibilità della centrale, con elementi ambientali rinnovabili che lo caratterizzeranno. Il rapporto con la Regione? Sicuramente costruttivo».
Una sinergia confermata anche dall’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito, che proprio ieri ha annunciato il prossimo avvio di un tavolo di lavoro, presente anche l’azienda, «che avrà come mission di individuare gli scenari di sviluppo possibili per il sito di Monfalcone. Un primo passo nel percorso di riconversione della centrale termoelettrica. Di fatto, si tratterà di individuare più ipotesi per abbandonare il carbone e valorizzare il sito attuale – prosegue Vito –. Non sarà una riconversione semplice e certamente la centrale non potrà mantenere la medesima potenza, ma siamo convinti di poter cogliere un'importante occasione di sviluppo e di rilancio a favore del tessuto industriale regionale».
All’intervento di Vito, è seguita la presentazione del bilancio di sostenibilità, un’iniziativa che rientra in un percorso di ascolto e coinvolgimento degli stakeholder territoriali avviato nel 2015 con il forum di Brescia. Molti i dati resi noti dalla società relativamente all’anno scorso: dai 21 milioni distribuiti da A2A sul territorio ai 65 milioni investiti nel triennio 2014-16 per interventi di miglioramento delle centrali elettriche Fvg, passando per i 5,4 milioni spesi in forniture e servizi a favore di aziende locali. A2A ha prodotto l’anno scorso energia elettrica pari a quasi un terzo del fabbisogno regionale, anche con gli impianti idroelettrici di Somplago e Ampezzo (per il 18,5% si tratta di energia da fonti rinnovabili), che hanno generato 503 gigawattora, beneficiando degli interventi di ottimizzazione realizzati a partire dal 2011 per sostituire i gruppi di generazione turbina-alternatore. La centrale termoelettrica di Monfalcone ha invece prodotto lo scorso anno 2.214 gigawattora.
Nelle due sezioni, rimaste in servizio, sono operativi dal 1 gennaio 2016 i nuovi sistemi di abbattimento degli ossidi di azoto, che hanno comportato un investimento di 25 milioni di euro. Nel 2016 le emissioni medie di ossido di azoto sono state inferiori del 46% rispetto al nuovo limite fissato dall’Autorizzazione integrata ambientale (180 mg/Nm3).
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