A Zambrattia area ittico-archeologica per lo snorkeling
UMAGO. Si stanno muovendo i primi importanti passi del progetto mirato a creare un'area ittico-archeologica protetta nella zona di Zambrattia, in Istria, avviato dall'associazione “Batana salvorina” che riunisce gli appassionati del mare e del suo patrimonio.
L’iniziativa è stata presentata a Villa Rosetta dal presidente del sodalizio Davor Rasin, che si è soffermato tanto sugli aspetti naturalistico-ambientali quanto su quelli economici del progetto, illustrando anche come un'area del genere inclusa nell'offerta turistica porterebbe senza dubbio dei benefici materiali alla zona dell’umaghese.
«La secca denominata della Zanestra, della superficie di circa sette ettari - ha spiegato Rasin - è un fondale ricco di pesce e relativamente basso: varia da uno a tre metri.
Qui crescono da 130 a 200 tonnellate di mitili, fino a 20 tonnellate di ostriche e una decina di tonnellate di pesce per i quali è necessario proibire la raccolta e la pesca. Tale patrimonio naturalistico - ha continuato - si presta benissimo allo snorkeling, il nuoto da zero a cinque metri di profondità con l'uso della maschera e del boccaglio a scopo di osservazione della flora e fauna».
Rasin ha parlato anche dell’aspetto economico della questione: ne potrebbero scaturire guadagni per i proprietari di barche, che potrebbero mettere i propri scafi a disposizione per il trasporto dei turisti. Inoltre il progetto prolungherebbe di fatto la stagione turistica, visto che lo snorkeling si può praticare dalla primavera all'autunno: a rimarcarlo sono stati il direttore dell'Ente turistico cittadino Milovan Popovic e la presidente dell'Associazione degli affittacamere privati Dragica Lukin.
L'idea pare poi essere gradita anche ai pescatori, in quanto l'area protetta servirebbe a tutela di un settore sempre più a rischio.
Nella realizzazione del progetto la Batana salvorina sta collaborando con i parchi marini di Strugnano e Miramare, anche perché in futuro si intende bussare congiuntamente alle porte di Bruxelles con l’obiettivo di ottenere dei finanziamenti europei.
Nel progetto rientra anche un aspetto archeologico, visto che nel cuore della secca è custodito un ricco patrimonio. Sono stati scoperti infatti i resti di una nave antichissima e di un villaggio costruito su palafitte risalente pare a circa 3.500 anni prima di Cristo.
Tali reperti sono stati riportati alla luce in seguito alle ricerche svolte dagli esperti del Museo archeologico dell'Istria che ha sede a Pola, in collaborazione con i porti di Umago e Cittanova.
Sono stati rinvenuti nella stessa zona inoltre resti di oggetti di epoca romana come anfore, stoviglie rudimentali, lampade antiche e scodelle in terracotta. E anche alcuni pesi in ceramica per le reti di pescatori risalenti al neolitico.
Sembrano esserci insomma tutti i presupposti per poter creare un domani un museo sottomarino. (p.r.)
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