A Veglia scoppia la guerra delle piante

Arrivano soprattutto dalle regioni interne della Croazia, stabilendosi in Dalmazia, Quarnero e Istria (isole comprese) per fare man bassa della pianta Elicriso italico. Si tratta di una pianta officinale presente allo stato selvatico nel Mediterraneo e che detiene apprezzate caratteristiche terapeutiche, il suo olio viene usato in profumeria, mentre le foglie possono essere utilizzate per insaporire minestre, risotti, ripieni e carne di pollame.
Si è capito pertanto in Croazia che l’elicriso può garantire entrate non indifferenti, con un chilo di questa pianta venduto al prezzo di 10 kune, circa 1 euro e 31 centesimi. In base a calcoli sicuramente attendibili, un raccoglitore può mettere mensilmente in tasca da 1000 a 1200 euro, cifra di non poco conto nella Croazia penalizzata da disoccupazione e salari bassi. Da qui l’invasione nelle aree adriatiche della Croazia, che, secondo stime ufficiose, vedrebbero all’opera in questo momento circa 4 mila raccoglitori.
La loro presenza non è però passata inosservata e a protestare per primi sono stati gli apicoltori e gli allevatori di ovini dell’isola di Veglia. Si sono rivolti tramite lettera ai dirigenti delle municipalità dell’isola e alla Direzione per la tutela dell’ambiente, che opera nell’ambito del ministero della Salvaguardia ambientale.
Nelle missive si sottolinea che i raccoglitori stanno semplicemente esagerando, prelevando quantitativi incredibili di elicriso, salvia e di altre piante medicinali.
«Considerato che non sono abilitati ad una simile attività – si legge nelle lettere trasmesse alle autorità territoriali e nazionali – strappano le piante in modo dannoso, mutando anche l’ambiente. Se si andrà avanti di questo passo, questi vegetali spariranno da Veglia e metteranno a rischio l’attività degli apicoltori e dei proprietari di ovini. I raccoglitori andrebbero disciplinati e richiamati all’ordine, perchè non si muovono solo nei terreni di proprietà statale ma sovente entrano in lotti privati».
Al Demanio forestale croato hanno replicato alle proteste delle due categorie, asserendo che i raccoglitori di elicriso hanno le carte in regola, muniti di tutte le necessarie licenze.
Sarà, ma intanto i veglioti hanno allertato la polizia locale, chiedendo di attuare rigorosi controlli e di vigilare. Questo problema doveva scoppiare prima o poi. Si è venuto infatti a sapere che un chilo di olio essenziale di elicriso viene a costare da 1600 a 1700 euro. Non deve stupire dunque l’assalto alle regioni costiere, dove vengono prese di mira soprattutto le isole. E’ evidente che, a fronte di un potenziale incasso di queste dimensioni, con un giro d’affari di tutto rispetto, si sono risvegliati appetiti economici.
C’è inoltre un crescente interesse verso la salvia, con testimoni a raccontare che vengono sradicati e portati via interi cespugli.
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