A Trieste va in scena la protesta delle detenute: «Temiamo per la salute»

Nella manifestazione al Coroneo promossa da “senza sbarre” hanno chiesto di essere sottoposte a tamponi ed esami del sangue sierologici, ma anche l’indulto e i domiciliari per le persone con problemi sanitari e gravi patologie e per i detenuti in residuo di pena
La protesta delle detenute al Coroneo (Silvano)
La protesta delle detenute al Coroneo (Silvano)

TRIESTE Maggior tutela della salute, indulto e domiciliari per chi ha problemi sanitari o è in residuo di pena. Sono queste, in sintesi, le richieste che le detenute del carcere del Coroneo hanno urlato a gran voce - al grido di "Libertà e indulto"" nel pomeriggio di oggi, 1° febbraio da dietro le sbarre delle loro celle.

Una ventina di detenute - sostenute dall'esterno del carcere da una ventina di persone delle associazioni Senza Sbarre e “Non Una di Meno” - hanno dato vita a una rumorosa protesta sbattendo le stoviglie contro le inferriate. Una protesta che è proseguita per oltre un'ora.

La protesta al Coroneo (Silvano)
La protesta al Coroneo (Silvano)

La situazione critica in cui versano le carceri della nostra regione, e il forte impatto determinato dalla pandemia tra la popolazione detenuta, sono state uno dei temi evidenziati anche dal procuratore generale della Corte d’Appello di Trieste, Dario Grohmann, nel corso della recente cerimonia d’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Va tenuto presente che a inizio dicembre, nella sezione femminile del Coroneo, si era evidenziato un vero e proprio focolaio da Covid-19. Lo screening avviato dall’Asugi, infatti, aveva individuato ben 20 contagi, su un totale di 26 perone.

«Le detenute – spiega l’associazione Senza Sbarre – chiedono di essere sottoposte a tamponi ed esami del sangue sierologici, piuttosto che essere costrette alla vaccinazione. Chiedono l’indulto e i domiciliari per le persone con problemi sanitari e gravi patologie e per i detenuti in residuo di pena».

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