A Trieste un bambino su cinque vive con un solo genitore
Aumentano a dismisura le persone che a Trieste vivono sole. Ma anche i minori che vivono con un solo genitore. Sono due dati inversamente proporzionali alla dinamica demografica che fotografa negli ultimi anni una riduzione del numero dei residenti in città.
A tracciare un ritratto del fenomeno è l’assessorato comunale alle Politiche sociali che nel redarre un “Profilo di Comunità” ha focalizzato tra l’altro questo aspetti. Rilevante è quello relativo al costante cambiamento nelle dinamiche sociali con un aumento delle famiglie monogenitoriali. «Le famiglie formate da un unico genitore con figli minori – spiega l’assessore alle Politiche sociali Laura Famulari - sono passate dal rappresentare il 18% delle famiglie del 2002 al 21,5% delle attuali. In pratica un minore su cinque a Trieste oggi viene cresciuto in una famiglia con un solo adulto. Va sottolineato che nel 93% dei casi si tratta di madri».
Si nota poi una presenza molto limitata di famiglie numerose, o anche relativamente numerose. Tre quarti dei nuclei hanno solo uno o due componenti. «Una maggiore instabilità delle strutture familiari – si legge nella relazione stilata a corredo dei dati - porta a ricadute sul piano sociale ed economico delle persone coinvolte. Si modificano le relazioni, le condizioni residenziali e quelle lavorative, si registrano cambiamenti o ripercussioni anche nelle funzioni educative». L’insieme di queste componenti può determinare «una diminuzione del grado di benessere, economico e psicologico dei soggetti coinvolti - si legge ancora nella relazione - ma è presumibile che in particolare diventi delicata la condizione di molte madri affidatarie».
Le politiche sociali del Comune devono confrontarsi anche con un forte incremento dei minori stranieri. In particolare la fascia di bambini 0-5 anni nati da genitori stranieri rappresentano il 14,5 % sul totale dei bambini residenti della stessa età. «Una percentuale – valutano dall’assessorato - quasi triplicata nell’ultimo decennio».
Quanto alle famiglie composte da una persona, degli attuali 207.899 abitanti 50.413 vivono da soli: il 24 per cento. Sono ben 4780 in più rispetto al 2000. Allora su 215.096 residenti a passare a non condividere un tetto con nessuno erano 45.633 uomini e donne. Ma chi sono queste nuove famiglie? Molti gli anziani, in altri casi si tratta di giovani che decidono per la vita da sigle, altri ancora sono mariti e mogli separati che hanno deciso di prendere strade e case diverse.
Nel “Profilo di Comunità” si rileva che sul totale dei 57.414 residenti che hanno superato i 65 anni di età, ben 21.270 vivono da soli (15.860 donne e 5.410 uomini). La netta maggioranza degli anziani soli hanno più di 75 anni. «La tendenza a un aumento di queste situazioni ci spinge a lavorare molto sulla domiciliarità – spiega Laura Famulari, assessore comunale alle Politiche sociali – per assicurare agli anziani che vivono soli non unicamente servizi di pulizia o di fornitura pasti ma anche un contatto relazionale con i nostri operatori». Allo stesso modo si punta ad incrementare i punti di aggregazione «cercando anche dal punto di vista psicologico di far vivere bene a casa le persone sole in autonomia il più a lungo possibile, senza dover ricorre alla vita in comunità».
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