A Trieste tutti nei ricreatori con dodici euro l’anno

TRIESTE Un forfait da 12 euro annui per tutti i frequentatori dei ricreatori, a eccezione della fascia di esonero (fino a 7250 euro): l’impegno, assunto dall’assessore all’Educazione Angela Brandi, si avvia a trovare amministrativa concretezza con la delibera approvata ieri dalla giunta.
L’iter è partito lunedì pomeriggio, toccherà le circoscrizioni per approdare infine - trattandosi di materia tariffaria - in Consiglio comunale in settembre, alla ripresa dell’attività d’aula. E giusto in tempo per aprire le iscrizioni dell’annata 2017-18, sperando che la «quota simbolica», come viene definita nel testo della delibera, convinca un numero maggiore di ragazzi e di famiglie rispetto alle ultime, deludenti stagioni.
La decisione dell’esecutivo Dipiazza elimina la tariffa che era stata introdotta dalla giunta Cosolini nel maggio 2013 con l’allora assessore Antonella Grim e che agganciava l’utenza dei servizi educativo-scolastici comunali alle fasce Isee. Più esattamente, le fasce individuate erano 7 e andavano da un minimo di 7250 euro fino a oltre 55 mila euro, per cui la tariffa oscillava da un minimo di 25,15 euro a un massimo di 221,32 euro. In dettaglio le iscrizioni, fissate dalla giunta precedente, venivano a costare 30,18 euro; 60,36 euro; 90,54 euro; 130,78 euro; 181,08 euro. Ma la ricaduta di questa innovazione, in termini di iscrizione e di frequenza, si era rivelata assai negativa, in quanto, nel giro di pochi anni, le presenze nei ricreatori hanno subìto un crollo verticale, di fatto dimezzandosi dalle 3500 unità alle 1843 registrate nell’anno educativo 2016-17. In assenza di un radicale cambio di marcia, una peculiare pubblica istituzione triestina avrebbe rischiato l’estinzione, come la delibera attesta esplicitamente, riportando che «una drastica riduzione del numero degli iscritti ... potenzialmente può minare la sostenibilità stessa dell’attuale organizzazione».
A preoccupare Angela Brandi e lo staff del suo servizio, diretto da Manuela Salvadei, è soprattutto l’utenza adolescenziale, quella più colpita dalla disaffezione maturata in questi ultimi anni.
La rete dei ricreatori triestini, “unicum” educativo a livello nazionale, copre tutto il territorio urbano, insistendo soprattutto - in coerenza con l’intento pedagogico originario risalente ai primi del Novecento - nei rioni più popolari: animate da quasi 150 addetti, operano 12 strutture, alle quali si aggiungono i cosiddetti “pag” (poli di aggregazione giovanile). I loro nomi hanno accompagnato gli anni verdi di generazioni di triestini: Brunner, Cobolli, De Amicis, Fonda Savio, Gentilli, Lucchini, Nordio, Padovan, Pitteri, Ricceri, Stuparich.
Il prossimo anno ricorrerà il 110° anniversario del primo ricreatorio, il “Giglio Padovan”, che aprì i battenti in via Settefontane. Un impulso decisivo alla creazione di questi luoghi, inizialmente pensati per i figli delle famiglie meno abbienti, venne da Niccolò Cobolli, ritenuto il principale ispiratore di questa forma di assistenza sociale.
Attività motoria, musica, teatro, canto, laboratori hanno connotato la vita dei ricreatori e la giunta Dipiazza III, come da linee programmatiche del sindaco significativamente rievocate nella delibera, è intenzionata a rilanciare le iniziative «al fine di incentivare la creatività dei giovani», coinvolgendo le famiglie e «creando un senso di appartenenza e legame comunitario a livello rionale». Angela Brandi ricorda inoltre che, connessa al funzionamento dei ricreatori, è l’attività del Servizio di integrazione scolastica (Sis).
La delibera, oltre a mettere in moto la meccanica amministrativa del consenso, consente a titolo contabile di chiarire che la minore entrata relativa ai mesi 2017 ammonta a 19 mila euro e viene coperta da un capitolo di spesa del bilancio ’17.
A completare il piano d’azione per tentare il rilancio dei ricreatori, si rammenta che il programma triennale delle opere pubbliche, relativamente all’anno in corso, prevede una serie di interventi per 190 mila euro, che rientrano nelle competenze dirigenziali di Marina Cassin.
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