«A Trieste troppe guide turistiche abusive»
Guide turistiche non abilitate, che sempre più spesso a Trieste accompagnano comitive, pur non avendo la qualifica, un comportamento frequente, soprattutto nel periodo estivo. Le segnalazioni arrivano direttamente da chi ha i requisiti e il patentino specifico, ma che si vede soffiare sotto il naso il lavoro da chi pratica abusivamente la professione. «E' un fenomeno dilagante – conferma Francesca Pitacco, presidente dell'Associazione delle guide del Friuli Venezia Giulia – sia per guide straniere sia italiane. A Trieste quelle che arrivano da Paesi che fanno parte dell'Unione Europea avrebbero il permesso di svolgere il proprio lavoro solo se in grado di dimostrare che sono in possesso di regolare abilitazione, svolgono servizio per un gruppo con partenza e ritorno nella nazione dove operano e comunque con le limitazioni imposte dalle legge e relative ai siti riservati alle guide locali. Lee extracomunitarie non sono abilitate, ma molto spesso i tour operator stranieri, per risparmiare, non si affidano a guide in loco. In aggiunta capitano anche italiani e locali abusivi. Ma mancano i controlli come pure le sanzioni. Chiediamo maggior attenzione nei confronti di tutta la categoria».
A farne le spese sempre più a Trieste, come nel resto della regione, chi ha tutte le carte in regola. «Di professione sono guida turistica regionale e lo faccio con molta passione, per non parlare della preparazione, l'impegno per ottenere il patentino, le spese di gestione separata Inps (sono libera professionista) – racconta Danica – sono l'unica autorizzata per la mia madre lingua (serbo) a Trieste. Alcuni giorni fa ho incontrato in città un gruppo di turisti miei connazionali, giunti da Belgrado con una guida che qui in Italia non avrebbe il permesso di operare. E pensare che proprio alla fiera del turismo di Belgrado ho consegnato il mio materiale promozionale a tutte le agenzie che avevano in programma tour a Trieste».
Ma a chi segnalare eventuali illeciti? «Finora non ci sono giunte segnalazioni in merito – fa sapere il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Fabiana Martini – ma da lunedì effettueremo le dovute verifiche, d'intesa con la Polizia Locale, alla quale comunque si possono rivolgere segnalazioni in merito».
Intanto sull'argomento è intervenuto nei giorni scorsi anche il deputato del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani che, con un' interrogazione, ha portato il caso all’attenzione del governo e del Parlamento, in particolare su un aspetto che riguarda le visite guidate sempre più frequenti in regione negli ultimi mesi. «No ai cosiddetti “esperti specializzati in Grande Guerra”, figura nata in ambito culturale e impiegata nel settore turistico pur non rispettando i requisiti previsti. La legge regionale n. 11 del 2013 sulla “Grande Guerra” ha abrogato le disposizioni previste dalla legge precedente ma ha salvato, all’articolo 6, la figura e le funzioni degli “esperti specializzati in grande guerra” - ricorda Prodani - questa modifica, però, determina di fatto la creazione di una nuova professione in ambito turistico, anche se circoscritta a determinati siti».
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