A Trieste Strada del Friuli chiusa per almeno 70 giorni: la preoccupazione dei residenti

TRIESTE Sono partiti a Contovello i lavori di ripristino della sede stradale di Strada del Friuli, interessata lo scorso 22 dicembre da una frana che ha eroso parte della carreggiata. Tratto chiuso dunque – dalla tarda mattinata di ieri – per almeno 70 giorni, in modo da consentirne la messa in sicurezza. Si tratta di un intervento dal valore complessivo di 450 mila euro, realizzato con il contributo della Regione (per 250 mila euro) a cui si aggiungerà il finanziamento del Comune per i restanti 200 mila.
«Questa è un’arteria importante e trafficata – ha sottolineato il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi – ed è evidente che la fragilità del territorio ci porta a dover intervenire con urgenza. Si tratta di un intervento importante a beneficio non solo della sicurezza della rete viaria di Trieste, ma anche del sistema regionale dei professionisti, che in questa fase di particolare difficoltà hanno bisogno di poter lavorare».
Durante i lavori il tratto in questione sarà completamente chiuso anche al traffico pedonale, oltre che a quello veicolare. «Strada del Friuli è sempre stata un’arteria complicata – ha ricordato il sindaco Roberto Dipiazza – ma sono sicuro che i lavori dureranno meno dei 70 giorni preventivati, pertanto i problemi per i cittadini saranno limitati». Una volta ultimato il rafforzamento della sede stradale da parte della Protezione civile, partiranno gli interventi in capo al Comune, corrispondenti al consolidamento e al rifacimento del muro di contenimento in cemento armato e alla successiva asfaltatura della carreggiata. «Lavori che realizzeremo a strada riaperta al traffico – ha specificato l’assessore ai Lavori pubblici, Elisa Lodi – garantendo l’apertura di una corsia. Da quando si è verificato lo smottamento – ha sottolineato Lodi – il servizio Lavori pubblici del Comune ha monitorato questo tratto due volte al giorno, anche in quelli festivi, tenendo sotto controllo eventuali cedimenti che avrebbero portato all’immediata chiusura della strada».
All’ottimismo di sindaco e assessore si contrappone però la forte preoccupazione dei residenti della zona, convinti che i lavori dureranno più del previsto, unita a un notevole malumore per il disagio provocato dalla chiusura. «Si sarebbe dovuto procedere con la manutenzione della strada ben prima di arrivare a questo punto – dice Mattia Timeus – e temo che l’intervento si rivelerà ben più complesso del previsto». «Dalla mia clientela sento molte lamentele – spiega Daniela Donadi, storica titolare del negozio di ferramenta di Prosecco – perché per tante persone sarà un problema dover fare ogni giorno il giro per Opicina per scendere in città. Il disagio è evidente. In prospettiva – conclude – a fine lavori avremo almeno una strada più sicura di prima».
Jakob Zudek vive a poche decine di metri dal punto in cui la strada è stata interrotta: «I disagi erano già iniziati un anno fa circa – osserva – perché, con il posizionamento del semaforo e il senso unico alternato, si creavano lunghe file. Adesso con la chiusura – prosegue – le difficoltà saranno anche maggiori. Di certo bisognava iniziare con l’ordinaria manutenzione prima di arrivare al crollo». Mauro è il nonno paletta di Prosecco: «Da questa situazione deriva un solo vantaggio – è la sua opinione – nel senso che, essendo stato interdetto, causa i lavori, il transito dei bus di linea nei pressi della scuola, che è vicina al cantiere, i genitori possono parcheggiare un po’ ovunque, negli orari di ingresso e uscita, senza creare quei problemi che si originavano in condizioni normali». Per Pino «i problemi di strada del Friuli non sono solo quelli del crollo, perché bisognerebbe anche tagliare parecchi alberi, che possono cadere col vento, e sistemare le innumerevoli buche dell’asfalto». Sergio è categorico: «Era ora che iniziassero i lavori, perché il pericolo c’era da tempo. Il Comune ha aspettato troppo». Laura è molto critica: «Oltre all’evidente disinteresse per Contovello, hanno iniziato pure di venerdì, così da metterci inutilmente in crisi per un sabato e una domenica in più». —
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