A Trieste spuntano i cartelloni pro vax
TRIESTE. La campagna “Una bufala ci seppellirà?” arriva a Trieste a poca distanza di tempo da un precedente analogo, benché di segno opposto. La questione no vax negli ultimi mesi ha infatti infiammato tutta la regione. Un paio di settimane fa, per l’esattezza il 9 maggio, alcuni grandi manifesti di formato 6x3 hanno fatto la loro comparsa in città: a firmarli era Comilva, acronimo di Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni. Uno striscione, in particolare, è stato affisso nella centralissima via Fabio Severo.
«Vaccinarsi è un’azione volontaria non esente da rischi. Informati prima di vaccinare tuo figlio», recitava la scritta che campeggiava dai cartelloni. «Comilva – si legge sul sito dell’associazione – nasce ufficialmente il 10 luglio 1993 a Brescia raccogliendo progressivamente la maggior parte delle persone ed esperienze dell’Associazione per la libertà delle vaccinazioni e per il risarcimento delle vittime da vaccino e si articola da subito su una base federale». «Il movimento – spiega ancora il sito – che si batte contro le leggi dell’obbligo nasce molti anni prima e raccoglie inizialmente le esperienze di singoli individui e famiglie che sono stati i precursori di quello che oggi possiamo definire un movimento e un fenomeno molto diffuso sul nostro territorio».
La loro presenza ha scatenato fior di discussioni sui social network nonché la presa di posizione ufficiale – ovvero una netta condanna – dell’assessore all’Educazione Angela Brandi e del pediatra Asuits Andrea De Manzini.
Lo scontro tra posizioni pro e antivacciniste ha tuttavia radici ben più profonde, in città. Era il 30 giugno dell’anno scorso quando Trieste ha fatto da teatro al duello di piazza che ha visto contrapporsi da un lato gli studenti di Medicina dell’ateneo giuliano e dall’altro il Comitato dei genitori di Trieste favorevoli alla libertà di scelta, supportati dai Codacons, Comilva e Alister regionali. Quella manifestazione è stata solo la prima di una serie da parte dei no vax.
Passando a Gorizia, nel maggio dello stesso anno un gruppo di una cinquantina di attivisti contrari ai vaccini aveva contestato l’allora ministro della Sanità Beatrice Lorenzin durante il festival “èstoria”. A Staranzano, in autunno, la messa in discussione dell’obbligatorietà dei vaccini è approdata sugli scranni del Consiglio comunale.
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