A Trieste si rianima il rudere dell’ex Meccanografico
TRIESTE La seconda riconversione scientifica dell’ex Meccanografico di Campo Marzio è iniziata. Una determina comunale di fine anno ha individuato la ditta a cui affidare l’esecuzione di sondaggi e verifiche preliminari alla progettazione strutturale sull’edificio di Riva Ottaviano Augusto, mai terminato in 25 anni. L’incarico da 35mila euro è stato affidato alla ditta Ser.Co.Tec di San Dorligo della Valle. È il primo passo per la «ristrutturazione dell’ex Museo Meccanografico per fini espositivi e museali: spesa complessiva due milioni 444 mila euro». L’obiettivo è quello di ospitare l’Immaginario scientifico dislocato a Grignano.
Per un po’ era stata accarezzata l’idea dell’ex Pescheria (Salone degli incanti) prima che l’ultimo assessore alla Cultura Paolo Tassinari sognasse la nuova sede della Biblioteca civica. Quello della ristrutturazione dell’ex Meccanografico è un progetto finanziato per un milione e 990mila con contributo regionale e per 115mila euro con un residuo del Fondo Trieste. L’Immaginario scientifico, inoltre, detiene uno stanziamento di 400mila euro ottenuto dal Miur (ministero per l’Università e la ricerca) per il progetto dell’ex Pescheria. «Dopo le verifiche statiche - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Dapretto - si procederà al progetto esecutivo e saranno avviate le procedure di gara per l’avvio dei lavori. Credo che il cantiere partirà dopo l’estate. Nel 2017, invece, ci sarà il trasloco dell’Immaginario scientifico».
Un lascito quindi per la prossima amministrazione comunale visto che a Trieste si vota il 12 giugno. Quella dell’ex Meccanografico è una storia infinita. Un’opera incompiuta e un monumento allo spreco. Un ecomostro con vista sul mare a ridosso della splendida stazione austriaca della Transalpina. Già nel 2006 stava per diventare il museo scientifico “Trieste Science Center” con il progetto Era di Globo.
L’edificio avrebbe dovuto ospitare anche il Museo dell’Immagine dell’Alinari (in procinto ora di aprire al Bastione fiorito del Castello di San Giusto). Tutto rimasto sulla carta con le impalcature per anni attorno all’edificio tra contributi pubblici già erogati e inchieste della magistratura. L’edificio di Campo Marzio, costato oltre cinque miliardi di vecchie lire,sorse nei primi anni ’90 per accogliere gli uffici del Meccanografico delle Ferrovie dello Stato. In seguito sembrava destinato a essere riciclato come sede del Compartimento della Polizia stradale. Alla fine fu acquistato nel 2005 dal Comune di Trieste per due milioni e 790 mila euro per farne un museo della scienza e dell’immagine. Poi buio pesto per altri 10 anni. L’amministrazione Cosolini, al primo report nel 2012, immagina di realizzarci una specie di “Palais de Tokyo” parigino. Paragone alquanto azzardato. Uno spazio dedicato alla cultura contemporanea, arti applicate e libera espressione di nuovi talenti. E pure sede della prestigiosa rassegna Its. Tutto passato presto di moda.
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