A Trieste si chiama Andrea Furlan il Mario Rossi d’Italia
Andrea Furlan resta l'inamovibile "Mario Rossi" di Trieste? Ebbene sì, l'abbinamento fra il nome e il cognome più comuni nel capoluogo regionale continua a non avere rivali. È quanto emerge dalla ricerca sui dati delle anagrafi comunali (suddivisi per genere maschile e femminile, sia dell’insieme dei residenti, sia dei nati nell’ultimo anno di cui sono disponibili i dati per 12 mesi, il 2012) di 60 capoluoghi di provincia italiani analizzati dall’esperto di onomastica, Enzo Caffarelli, autore di una ricerca su come stanno cambiando i nomi degli italiani e pubblicata sul nuovo numero di Anci Rivista.
Nuovi nati nel 2012 Alessandro e Sofia sono stati i nomi più gettonati per i nuovi nati triestini nel 2012: una ventata di grecità, tra un condottiero macedone e la sapienza in persona, che conferma la tendenza degli ultimi anni secondo cui è meglio dare un nome classico al proprio rampollo. La forte presenza di Alessandro non è una sorpresa: era uno dei nomi più diffusi fra i maschi nati nel periodo esaminato, con assoluta prevalenza nei comuni del Nord Italia da Torino a Trieste. Anche Sofia, sul fronte delle bimbe, teneva e continua a tener banco un po' in tutto il Paese. Al secondo e al terzo posto nel 2012 troviamo Matteo e Leonardo per i maschi, Alice ed Emma per le femmine.
Le novità del 2013 I dati parziali del 2013, diffusi qualche tempo fa dall'anagrafe triestina, rivelano che nell'anno che sta per chiudersi Alessandro è finito al terzo posto, appaiato con Leonardo. L'hanno scalzato il sempreverde Matteo e Francesco, nome gettonatissimo per un probabile effetto-pontefice: «La popolarità di papa Bergoglio, che ha scelto il nome del santo di Assisi come fanno attualmente circa 9mila famiglie l’anno, ha dato un’ulteriore spinta nel corso del 2013», spiega il rapporto Anci. La triade Sofia, Alice ed Emma è rimasta invece invariata. Del "caso Emma", fino a qualche anno fa nome decisamente in disuso, l'Anci spiega: «Dagli anni ’90 del XX secolo e massimamente nel XXI Emma è tornato alla grande ribalta. Non c’è un modello, ossia un personaggio celebre (o una figlia di tale personaggio) che abbia ispirato la moda. Semmai se ne può individuare qualche precursore. Eppure oggi circa 5mila famiglie l’anno scelgono Emma per le loro figlie».
I nomi maschili Quanto ai nomi più comuni in città, Andrea resta al primo posto con 2482 persone. L'abbinamento con il cognome più diffuso, come detto, fa sì che quasi ogni triestino conosca almeno un Andrea Furlan. Sempre che non si chiami così egli stesso. Un secondo posto di tutto rispetto spetta a Roberto, nome degli ultimi due sindaci di Trieste, con 2438 persone. Il terzo gradino del podio va a Paolo, con 2237 persone. Sono invece 2207 gli Alessandro di Trieste, seguiti dai 1924 Marco.
I nomi femminili Paese cattolico per eccellenza, l'Italia da sempre vede Maria dominare fra i nomi di donna: la regola vale anche per Trieste, dove Maria è appunto di gran lunga il nome femminile più portato, con 3623 persone. Le Anna, che pure si classificano al secondo posto, sono in numero molto minore: 1722. Al terzo posto ecco Laura: ce ne sono 1533. Seguono Francesca (1461) e Elena (1314).
Confronti regionali Le classifiche di nomi maschili dati ai nuovi nati sono identiche a Trieste e a Udine. L'unica differenza è che nel capoluogo regionale il quinto classificato Lorenzo si piazza a pari merito con Simone. Sul fronte femminile, il secondo posto triestino di Alice è anomalia rispetto al resto della regione, dove vanno altri nomi come Ginevra, Greta e Nicole (rispettivamente terzo, quarto e quinto nome a Gorizia), e Margherita (terzo a Udine). Mancano a Trieste particolari exploit di quei nomi singolari, ispirati a vip o mode televisive, che di solito non mancano mai di fare comparsa: e in tutta la regione l'unica eccezione è Gorizia, dove un inaspettato Nathan è riuscito a infilarsi in classifica.
Gli stranieri Se uno studio dell'Anci nel 2012 aveva rivelato il boom di cognomi stranieri a Trieste, provenienti dall'Europa orientale così come dalla Cina, non vale lo stesso per i nomi propri. La ragione è di carattere statistico: «Con i nomi personali il tasso di concentrazione è meno elevato - spiega il rapporto Anci del 2013 -, il repertorio è più numeroso e di conseguenza non ci sono nomi cinesi o indiani o arabi o romeni ai primissimi posti». E tuttavia, almeno nel resto d'Italia, la loro presenza è sensibile.
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