A Trieste scatta la corsa a pescare e all’uscita in barca. I dubbi dei circoli sulla ripresa dell’attività

Dopo il via libera con vincolo di finalità sportiva o motoria 
Lasorte Trieste 05/05/20 - Barca a Vela
Lasorte Trieste 05/05/20 - Barca a Vela

TRIESTE Via libera alla pesca e alle uscite con le imbarcazioni, sempre con precise regole e con la finalità dell’attività motoria e sportiva, e i triestini ne hanno approfittato fin da subito. Il mare tanto amato è tornato nella quotidianità di chi, tra lunedì e martedì, dopo l’ultima ordinanza regionale, è risalito in barca.



Restano alcune perplessità da parte di chi opera nel settore, perché i circoli nautici sono ancora chiusi e perché sul fronte delle attività giovanili l’organizzazione delle stesse non è semplice. Ma per tutti è comunque una nuova ripartenza. Tra i più felici gli amanti della pesca, che con le proprie attrezzature si sono diretti nei luoghi abituali fin dalle prime ore del mattino di ieri. Disciplinata al punto 16 dell’ordinanza la «pesca sportiva dilettantistica esercitata individualmente nelle acque interne, lagunari e marine» si può estendere alla partecipazione dei conviventi. Ci si può dedicare alla pesca anche in mare aperto, da soli o con moglie e figli, senza dimenticare la licenza. Sul fronte della navigazione, invece, questa è possibile se mirata alla manutenzione dell’imbarcazione o se le finalità sono sportive, per vela e nautica da diporto, individualmente, in coppia o tra componenti di un nucleo familiare convivente. E sono comprese nel discorso anche le barche a motore.



L’obiettivo, sottolinea la Regione, «deve però rimanere motorio o sportivo». Dai circoli nautici della città tanti hanno ripreso l’attività ma restano alcuni dubbi: «Da noi si è mosso il popolo degli sportivi, con gli atleti agonisti che non vedevano l’ora di ricominciare – racconta Marco Penso, presidente della Triestina della Vela –. Abbiamo anche regatanti su varie classi, molte singole, che si stanno preparando a farlo nei prossimi giorni. Ma ci sono ancora alcuni problemi. Per le squadre dobbiamo capire come si potrà lavorare insieme, pensiamo di organizzare turni, mentre per le scuole vela la questione è più delicata. Di solito escono in 30, insieme, quest’anno dovremo studiare accessi limitati. Intanto restano ferme anche le attività di ristorazione dei club, che comunque portano introiti alle società. Su questo, resta ancora un’incognita sulla futura riapertura».

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Secondo Piero Fornasaro, presidente dello Yacht club Adriaco, molti si muoveranno soprattutto il prossimo weekend. «La notizia è fresca, certo alcuni sono già usciti, prevedo comunque un numero maggiore di spostamenti nel fine settimana. Ma se da una parte c’è una sensazione di liberazione, dall’altra restano ancora tante difficoltà. Bisogna considerare che dobbiamo osservare sia le ordinanze, sia le indicazioni fornite dalle federazioni. Nel frattempo stiamo organizzando un programma per riavviare le attività degli atleti. Per i giovani non è semplice, perché dobbiamo adattare gli allenamenti alla didattica a distanza, che ha rivoluzionato gli orari abituali delle lezioni. Ci sono poi alcune domande comuni a tutti: quando potremo riaprire i circoli, ancora chiusi e quindi senza l’importante attività di associazionismo? Quando potremo ricominciare con palestra e bar? E quando sarà possibile riprendere finalmente le regate?». —


 

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