«A Trieste più lavoro ma contratti peggiori»

Il rapporto 2017 della Cgil: «Crescita quasi impercettibile. Restano punti di crisi Burgo e Ferriera»
Una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali, che vedono, anche nel 2017, circa 95mila lavoratori garantiti da un contratto, pur nelle diverse forme che vanno da quelli a tempo indeterminato a quelli del cosiddetto precariato, ma in un contesto che evidenzia da un lato un «netto calo delle alte professionalità, cioè dei ricercatori scientifici», in diminuzione del 7 per cento rispetto al 2016, mentre nei servizi la tendenza è opposta, con una crescita del 2,5 per cento degli occupati nel settore. Questi i dati salienti della relazione annuale predisposta dalla Cgil provinciale, per quanto concerne il mercato del lavoro a Trieste e illustrata ieri dal segretario provinciale, Michele Piga. «Il trend occupazionale locale – ha detto - fa segnare addirittura un accenno di incremento, ma siamo nel campo di variazioni appena percettibili perciò poco significative, soprattutto se rapportate al dato medio del Nord Est del paese, dove la crescita è dell’1,5 per cento. E va sottolineato – ha aggiunto – che è certamente peggiorato, in parallelo, il livello qualitativo dei rapporti di lavoro, sempre più caratterizzati dalla presenza di part time e voucher, strumento quest’ultimo al quale siamo nettamente contrari. A questo proposito – ha insistito Piga – nell’ultimo anno le assunzioni a tempo indeterminato sono calate del 14 per cento rispetto al precedente. Inoltre – ha proseguito – non si riesce a ridurre quel dato sulla disoccupazione che, a Trieste, continua ad attanagliare circa 8.400 persone. Il tutto in un quadro di preoccupazione – ha aggiunto – perché abbiamo due punti di crisi, che sono quello della Cartiera Burgo, dove ci sono 120 esuberi, e quello della Ferriera di Servola». Il segretario della Cgil ha poi posto l’accento sulla «necessità di individuare un luogo di discussione generale sul futuro di Trieste, nominata città della Scienza, nella quale sta maturando il progetto sul Porto Vecchio e che recentemente ha visto nascere il Consorzio che ha sostituito l’Ezit – ha precisato – per parlare di un programma generale di rilancio sul quale il Comune, per primo, sta latitando». Piga ha poi ricordato che «la Cgil ha sollecitato i parlamentari locali, Rosato, Blasina e Fasiolo, per aprire una finestra a favore degli esposti amianto, ai fini pensionistici. La risposta è stata che non ci sono risorse, poi abbiamo visto che per sostenere l’impresa di Verdini i soldi c’erano». Infine un forte richiamo al tema degli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali. «I primi sono in aumento del 3 per cento – ha evidenziato – ed è il settore del terziario quello che fa registrare i picchi maggiori, mentre le seconde sono in crescita del 15 per cento. Ciò conferma quello che abbiamo sempre sostenuto – ha concluso – e cioè che qualche anno fa gli infortuni calavano perché era in discesa l’occupazione. Appena c’è stata una leggera controtendenza, sono risaliti».


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