A Trieste parte la corsa al bonus affitti “per tutti”
TRIESTE Il Comune di Trieste ha pubblicato il nuovo bando per i contributi affitti. L’avviso è già consultabile online sull’home page del sito dell’ente. La scadenza è fissata al prossimo 15 aprile. Il sussidio è annuo ed è riconosciuto a chi versa in situazioni di difficoltà economica e non ce la fa a pagare il canone di locazione mensile. Alloggi privati, s’intende, dunque non appartamenti Ater. Questa volta, diversamente dagli anni scorsi, l’aiuto economico viene concesso a tutte le famiglie che si fanno avanti e che rispettano i requisiti richiesti. Un totale di 1.200 persone, si calcola.
Finora, invece, il meccanismo si limitava allo scorrimento delle graduatorie fino ad esaurimento dei fondi disponibili. Una modalità, questa, che l’anno scorso ha permesso di dare risposta a 677 famiglie. «Infatti molte persone, pur trovandosi in una condizione di reale bisogno, venivano escluse anche per pochi punti di differenza», osserva l’assessore alle Politiche sociali Laura Famulari. «Per questo motivo abbiamo pensato di cambiare sistema, seguendo quello utilizzato in tutto il Friuli Venezia Giulia». Va da sé che per accontentare una platea più ampia, l’assegno sarà un po’ più magro per tutti. Di quanto? «Non è possibile ancora saperlo, ma sarà ridotto proporzionalmente», spiega Famulari. Gli uffici dell’assessorato, in attesa di conoscere l’esatta assegnazione statale e regionale che dovrebbe comunque aggirarsi attorno agli 1,7 milioni di euro complessivi, hanno elaborato una proiezione: se prima un singolo nucleo poteva contare su un sussidio variabile da un minimo di 1.860 a un massimo di 2.480 euro annui, variabili proprio in base all’Isee, ora la forbice si assottiglia, da 550 a 1.850. «Se però ci arriveranno più soldi potremo alzare la soglia», sottolinea l’assessore. «Vedremo cosa si potrà fare».
I requisiti per ottenere il contributo comunale sono chiari: maggiore età, residenza nel Comune di Trieste, residenza in Friuli Venezia Giulia da almeno 24 mesi, alloggiare in un appartamento (con esclusione di quelli di edilizia sovvenzionata), non essere proprietario di altri immobili, «ovunque ubicati» - precisa il regolamento - ed essere in regola con il pagamento degli affitti per l’anno 2015. L’indicatore della situazione economica Ise del nucleo non può superare i 31.130 euro annui, mentre l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) deve stare sotto i 16.420 euro. I documenti da presentare sono consultabili sul sito. La domanda va presentata all’Ater (pur non trattandosi di abitazioni dell’ente) allo Sportello Casa, disponibile per ulteriori informazioni nella sede di piazza Foraggi 5/1A, ma anche negli uffici del Comune in via Mazzini 25.
Il nuovo bando, almeno sulla carta, lancia in realtà anche un’altra opportunità: la concessione di contributi a “soggetti pubblici o privati” che mettono a disposizione, per la prima volta, appartamenti a favore di persone meno abbienti. Una possibilità, questa, che esiste già da tempo, ma che non ha riscosso il successo sperato. «L’anno scorso - evidenzia Famulari - ci è stata consegnata un’unica domanda su questo filone e pure sbagliata. È per questo che abbiamo deciso di convogliare tutte le risorse a favore degli affitti, un problema evidentemente più sentito». L’opzione non è stata depennata, ma gli sforzi si concentrano sui sussidi per chi non ha abbastanza soldi per pagarsi il canone di affitto mensile chiesto dal privato.
L’assessorato ha scelto di allargare il ventaglio dei possibili aventi diritto anche per effetto del calo delle domande consegnate: dalle 2.179 del 2013 si è passati a 1.625 nel 2014, per poi scendere ancora, nel 2015, a 1.245. È proprio su questo numero che il Comune ha fatto i suoi ragionamenti, ritenendo di poter soddisfare tutti, seppur con una coperta più corta. La diminuzione delle richieste ha un significato che non ha nulla a che vedere con il miglioramento delle condizioni economiche dei cittadini. Che non si sta verificando. «No, purtroppo - riflette l’assessore - non è questo il punto. In realtà oggi facciamo i conti con una maggiore intensità dei controlli sulla documentazione che ci viene consegnata e quindi c’è sempre meno gente che tenta di imbrogliare per ricevere indebitamente i soldi. E così abbiamo meno domande. Ma non è soltanto questa la motivazione - puntualizza - va infatti ricordato che è cambiato il sistema di calcolo Isee. Pure questo, alla fine, influisce».
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