A "Trieste Next" la sfida del futuro tra Big Data e privacy
MILANO «Trieste è da sempre un crocevia delle scienze e dello sviluppo del pensiero. Con questa iniziativa rafforziamo la collaborazione tra coloro che si occupano di questi temi sul territorio e i maggiori esperti a livello nazionale e internazionale». Con queste parole Antonio Maconi, presidente di Trieste Next, ha presentato l’ottava edizione della manifestazione in programma dal 27 al 29 settembre nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Milano nella sede di rappresentanza della Commissione europea.
Il titolo scelto per questa edizione, che si snoderà lungo un ricco calendario di circa 50 eventi (l’ingresso è libero, ma è consigliabile la prenotazione online dati i posti limitati) è “Big Data, Deep Science” a indicare la centralità assunta dalla gestione dei dati in tutte le attività della vita quotidiana. Ogni secondo nel mondo vengono lasciate miliardi di tracce, ad esempio tramite la navigazione su Internet, l’utilizzo di un macchinario industriale, l’ingresso a manifestazioni tramite registrazione. Una miniera di informazioni che spesso sono disponibili in maniera disaggregata e che i Big Data aiutano a “leggere” in controluce per ricavarne indicazioni utili a migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi, alzare la soddisfazione dei consumatori, ridurre gli sprechi. Il ricorso a queste tecnologie avanzate è frequente per esempio nei processi di automazione, per lo sviluppo dell’intelligenza nelle macchine, così come per cercare soluzioni contro il riscaldamento globale.
«Anche se non sempre ne siamo consapevoli, ciascuno di noi si trova immerso in questo nuovo paradigma –, ha ricordato Roberto Di Lenarda, rettore dell’Università di Trieste –. Occorre un passaggio culturale per superare l’atteggiamento minimalista sui temi della scienza. Questo è il settore che traina lo sviluppo in ogni ambito dell’economia e della società. Il futuro non deve intimorirci, ma al contempo dobbiamo impegnarci in modo da gestire le implicazioni etiche, di sicurezza e gestione della privacy che ne derivano».
Per Angela Brandi, assessore comunale all’Educazione, Scuola, Università e Ricerca, «la scienza non deve temere di mettersi in vetrina. Trieste è da sempre punto di riferimento della divulgazione scientifica: la nostra sfida è renderla fruibile a tutti, compresi i più giovani, che non a caso saranno i protagonisti della prima giornata». Quindi ha ricordato che la sera del 27 settembre si svolgerà La Notte Europea dei Ricercatori, altro appuntamento di richiamo per quanti si occupano di scienza sia a livello accademico, che nei rapporti con il mondo produttivo.
«L’Europa non è solo burocrazia, come spesso si tende a dire, ma uno dei principali finanziatori a livello mondiale della ricerca», ha rivendicato Massimo Gaudina, capo della rappresentanza a Milano della Commissione Ue.
Tra gli ospiti dell’edizione 2019 di Trieste Next figurano Marc Mezard, direttore della Scuola normale superiore di Parigi, Peter Wadhams, docente di Fisica degli oceani all’Università di Cambridge (tra i protagonisti del recente documentare Hbo “Ice on fire” prodotto da Leonardo Di Caprio), Lucas Attias, commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, Oliver Bruns e Jian Cui, rispettivamente principal investigator in nanomateriali e nanofotonica all’’Helholtz Pioneer Campus di Monaco. Tra gli imprenditori, da segnalare le presenze di Federico Faggin, tra le altre cose inventore del primo microprocessore a livello mondiale, Fabrizio Renzi, direttore ricerca di Ibm Italia, e Marco Landi, ex presidente di Apple. –
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