A Trieste l’appello del pope alla comunità serba: «Evitate di tornare in patria»

Padre Raško: «Abbiamo consigliato di rispettare la quarantena e in ogni caso di seguire tutte le regole e i protocolli previsti, sia là che in Italia»

TRIESTE La guida della chiesa serbo-ortodossa triestina si appella alla popolazione affinché osservi le prescrizioni sanitarie ed eviti il più possibile i viaggi superflui. E nel frattempo c’è chi si chiede come si potrà far rispettare il divieto di ingresso in Italia per chi proviene da Serbia, Montenegro e Kosovo. Per arrivare in Friuli Venezia Giulia, ad esempio da Belgrado, bastano cinque o sei ore di auto, e di certo non è necessario prendere un aereo.

Il parroco di San Spiridione Raško Radović fa sapere di aver avuto già negli scorsi giorni un incontro con il sindaco Roberto Dipiazza, assieme al vicepresidente della Comunità serbo-ortodossa cittadina Zlatimir Selaković. Durante il confronto è stata evidenziata la necessità di «calmare le persone – racconta il pope – consigliando loro di evitare di andare in Serbia in questo periodo. Ai membri della comunità abbiamo consigliato di rispettare la quarantena, qualora fossero di ritorno dalla patria, e in ogni caso di seguire tutte le regole e i protocolli previsti, sia là che in Italia. Anche Belgrado ha infatti emanato delle misure. Ma non tutti capiscono quello che sta accadendo. Adesso inoltre chi si trova in Serbia non può più tornare. Ed è giusto così, in questo momento».

Prosegue Radović: «Bisogna ascoltare gli esperti, altrimenti si rischia di contagiare i propri amici o familiari. Tutti sono abituati a tornare nella propria terra d’origine per passare le vacanze estive, ma quest’anno bisogna rinunciare. Lo stesso vale per chi lavora: evitate il più possibile di viaggiare. È normale averne il desiderio ma è per il bene di tutti. Preghiamo il Signore per tutte le vittime del coronavirus, non solo serbe, e per la salute di ogni ammalato».

Intanto all’interno della stessa comunità serba triestina c’è chi è preoccupato dall’ipotesi che qualcuno possa non rispettare le regole: al confine tra Italia e Slovenia come si farà ad appurare realmente chi è in arrivo da Paesi considerati a rischio, a maggior ragione se ha targa e documenti italiani, come molti esponenti delle minoranze di Trieste che potrebbero rientrare dalle ferie?

Gran parte del compito spetta alla Croazia, che infatti nei giorni scorsi ha ristretto di molto l’accesso da alcuni Paesi. —

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