A Trieste la Tasi cancellata a 71mila famiglie
TRIESTE Saranno 71mila le famiglie triestine che nel 2016 non pagheranno più la Tasi sulla prima casa. Il Comune si accinge infatti a recepire l’ennesima abolizione di un balzello stabilita dal legislatore nazionale, in una danza di “ora paga-ora no” sulle tasse casalinghe che va avanti ormai da diversi anni. L’eliminazione della tassa porterà circa 21 milioni e mezzo in meno nelle casse comunali: un ammanco che lo Stato dovrebbe colmare con un trasferimento di fondi attraverso la Regione.
L’iter per la cancellazione è iniziato ieri, quando nella commissione seconda del Consiglio comunale è approdato un pacchetto di delibere portato dall’assessore al Bilancio Matteo Montesano. Nelle mani del presidente Igor Svab sono arrivate infatti le “modifiche al regolamento per la disciplina dell’Imposta unica comunale (Iuc)”, le “modifiche al regolamento generale delle entrate” e la “modifica delle aliquote e delle detrazioni Tasi per il 2016”. Tutte e tre le delibere sono al momento al vaglio delle commissioni, quindi il percorso per la loro approvazione richiederà ulteriori passaggi prima dell’approdo in aula.
Montesano ha illustrato ai commissari il contenuto delle modifiche: «La novità principale è l’eliminazione della Tasi sulla prima casa, per il resto rimangono in vigore le aliquote dell’anno precedente». Quest’anno, infatti, Roma ha stabilito che i Comuni non possano intervenire sulle aliquote dei tributi, di fatto “bloccando” la possibilità di un aggravamento della pressione fiscale (almeno a livello locale). La modifica riguardante la Tasi e quella del regolamento della Iuc (che comprende oltre alla Tasi anche l’Imu e la Tari, la tassa sui rifiuti) vanno sostanzialmente di pari passo ed eliminano il tributo per i servizi indivisibili: la Tasi resterà quindi a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile, ma saranno «escluse le unità immobiliari destinate ad abitazione principale dal possessore nonché dall’utilizzatore e dal suo nucleo famigliare».
Restano fuori dall’esenzione le residenze classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, le cosiddette abitazioni di lusso. Le modifiche prevedono inoltre una nuova «ben definita» categoria di comodato. La base imponibile dell’imposta municipale propria sarà ridotta del 50% «per le unità immobiliari concesse in comodati dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale». Anche in questo caso sono escluse le abitazioni di lusso. Per quanto riguarda le modifiche al regolamento generale delle entrate, Montesano ha spiegato: «Le novità più rilevanti interessano il diritto di interpello. Viene introdotta la possibilità di rivolgersi all’ente per conoscere l’interpretazione delle norme tributarie e si introduce una fase di mediazione in caso di contenzioso sull’accertamento». Il fine della mediazione sarà di deflazionare i contenziosi dando la possibilità di un accordo “pacifico” fra le parti.
Nel corso del dibattito il capogruppo del M5S Paolo Menis ha chiesto di fare il punto sulla riscossione coattiva. Al momento infatti il Comune non ha la possibilità di riscuotere direttamente e deve rivolgersi ad Equitalia per farlo. «So che l’Agenzia delle entrate dovrebbe formare del personale comunale per darci la possibilità di operare senza Equitalia» ha detto Menis. Hanno risposto gli uffici: «Solo un agente di riscossione con patentino ministeriale può effettuare la riscossione coattiva, ma al momento non vengono fatti corsi di formazione e i pochi agenti in circolazione lavorano già per Equitalia». Anche i consiglieri Alfredo Cannataro (civica), Iztok Furlanic (Fds), Michele Lobianco (civica) e Roberto Decarli (Ts Cambia) si sono confrontati con gli uffici e l’assessore, toccando temi come il futuro degli appezzamenti di terreno a scopo ricreativo, le aree montane e di collina, i particolari della mediazione.
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