A Trieste la Tari aumenta dell’1,6% per le utenze domestiche
TRIESTE. La Tari aumenta dell’1,6% rispetto all’anno precedente per le utenze domestiche. È quanto emerso ieri mattina nel corso della seduta della Seconda commissione consiliare, presieduta dal consigliere Roberto Cason (Lista Dipiazza) e alla quale ha partecipato anche il vicesindaco con delega al Bilancio Paolo Polidori. Mentre per i commercianti la tassa sui rifiuti è stata recentemente tagliata grazie a un intervento congiunto del Comune e della Regione, essa ha invece subito un aumento appunto per le utenze domestiche.
Ma la decisione non è di competenza dell’amministrazione municipale: ciò è avvenuto per disposizione dell’Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti, istituita con una legge regionale del 2016 dalla giunta Serracchiani e che può assumere decisioni senza necessità di deliberazioni da parte degli organi degli enti locali. Cason denuncia che così il Consiglio comunale sarebbe stato esautorato dai poteri di controllo politico-amministrativo su atti fondamentali quali l’organizzazione dei pubblici servizi, la loro concessione e l’affidamento di attività o servizi mediante convenzione.
«Non possiamo approvare le tariffe Tari, uno dei tributi più importanti che grava sulle famiglie triestine, senza conoscere e, soprattutto, approvare i dettagli del piano di affidamento annuale tra Comune e Acegas», dichiara Cason. «Sembra di ricordare la vicenda Uti, sempre sotto la giunta Serracchiani – aggiunge –, in cui la parte politica elettiva a livello comunale non aveva più alcun potere di iniziativa e di rappresentanza dei cittadini su atti concernenti il territorio comunale, ma solo prese d’atto. Fortunatamente, l’attuale giunta regionale ha rimediato con un’apposita riforma».
«Questo sistema deve cambiare subito – conclude Cason –: auspico che il Pef, come altri atti importanti di affidamento di servizi pubblici comunali, ritornino sotto la potestà dei cittadini mediante i loro organi politico-elettivi».
«Sulla Tari si doveva fare di più: bene le scelte a tutela di alcune categorie, ma trovo molto triste nascondersi dietro alla normativa per giustificare che non si è riusciti a evitare un aumento delle tariffe proprio in uno degli anni più difficili per tutti i nostri concittadini», replica la consigliera Antonella Grim di Italia Viva. Grim chiede poi al Comune di promuovere la raccolta differenziata, come anche la consigliera Sabrina Morena di Open Fvg, per ottenere una diminuzione della Tari. Infatti, se aumentasse la percentuale di rifiuto recuperato con la differenziata, diminuirebbero di conseguenza i costi complessivi dello smaltimento e quindi la relativa tassa.
«La morale è che, se la città fosse stata ancora più virtuosa nella raccolta differenziata, non ci sarebbe stato un aumento della Tari», afferma Morena. «Finché non si decide di effettuare una vera svolta e, magari, cambiare anche sistema con la pesatura delle immondizie, premiando i cittadini virtuosi, non cambierà mai niente – conclude –: la città resterà sporca e i cittadini pagheranno sempre di più».
Riproduzione riservata © Il Piccolo