A Trieste la stella “storta”. Social scatenati, Rossi replica: «Scelta antibora»

TRIESTE Dopo il ponte “curto” e il Vate altrettanto “curto”, ora ecco la stella cometa “storta”. Senza scomodare paragoni con il proverbiale catalizzatore di iella triestino, il tram «nato disgrazià», non si può negare che la città negli ultimi anni abbia mostrato una certa predestinazione alle gaffe “geometriche”. In questo caso L’ultimo esempio si è materializzato all’accensione della stella cometa lunga 15 metri appesa fra i due pili di piazza Unità. Bellissimo il colpo d’occhio con le luminarie che adornano i palazzi, ma guardando la maxi-stella in tanti si sono resi conto dell’anomalia.
Una premessa: la coda della stella di Betlemme, nell’iconografica tradizionale, disegna una traiettoria curvilinea che va verso l’alto per poi declinare e che, a seconda della lunghezza, può ricordare una “u” rovesciata. Gli esempi sono innumerevoli: basta consultare qualunque motore di ricerca online per rendersene conto. La stella in piazza? Disegna una “u” non rovesciata e appare dunque “sottosopra” rispetto a quella classica.
La “storta” ha subito scatenato l’ironia social con commenti salaci e foto ruotate di 180 gradi che riportano l’addobbo nella posizione “corretta”. «Come appendere il Leone di San Marco a zampe all'aria per motivi di sicurezza. La mettereste l’alabarda con la punta in giù? L'effetto è lo stesso» scrive Roberta Carpinteri. «Di solito ci sono critiche e brontolii congeniti da parte dei triestini – premette Daniela Sadoch –, ma stavolta perché non riconoscere che è stato fatto uno sbaglio? Come la pietosa aggiunta dello scalino sotto la statua di d'Annunzio...». Così Marisa Boico: «Ma fate girare la coda della cometa subito, altrimenti ci facciamo ridere». Su Vile&Vampi c’è una foto rovesciata della piazza con la scritta: «Tanti auguri da Trieste in giù». Poi un foto-dialogo “fake” che coinvolge il sindaco Dipiazza e l’assessore Giorgio Rossi in cui il primo paragona la stella ai “loop” delle Frecce Tricolori.
A proposito dell’assessore Rossi, ecco la spiegazione. «Sappiamo bene che rispetto alle convenzioni dell’iconografia appare rovesciata, ma si tratta, appunto, di convenzioni – precisa –. Perché non possiamo avere una cometa un po’ diversa, ma ancora più suggestiva? Avremmo dovuto creare un’intelaiatura metallica per sostenere la coda, che avrebbe creato un effetto “vela” in caso di forte bora. Abbiamo optato, su indicazione dei tecnici di Hera, per una coda di fili molle, non rigida, sull’esempio della stella cometa sospesa più grande del mondo, quella di Torrebelvicino. Anche la nostra, quindi, curva verso il basso per effetto della gravità, e non ostacola il vento».
Insomma, in un modo o nell’altro, la bora «che vien e che va» c’entra sempre. E se nella celebre canzone dedicata al tram «i disi che’l mondo se ga ribaltà», in questo caso la cometa nasce precauzionalmente “già ribaltata” proprio in funzione antivento. Meglio la sicurezza o l’estetica? A chi guarda l’ardua sentenza.—
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