A Trieste la battaglia della pizza a colpi di sconti, bibite gratis e volantinaggio sfrenato

Consegne a domicilio o per asporto: continua la “sfida” fra imprenditori cittadini del settore partita durante il lockdown 
Lasorte Trieste 12/08/20 - Portapizze, Consegne Just Eat
Lasorte Trieste 12/08/20 - Portapizze, Consegne Just Eat

TRIESTE Bibite in omaggio, sconti speciali una volta a settimana, consegne gratuite, orari ampliati, una lunga lista di varianti e volantini distribuiti ovunque. La “battaglia” della pizza da consegnare a domicilio o da prendere per asporto è iniziata durante il lockdown, per poi continuare, tra annunci online e promozioni sempre diverse, anche nei mesi successivi. Tutto per catturare i clienti.

Boom consegne a domicilio a Trieste: cibo, libri e giochi
Un rider impegnato in una consegna (Massimo Silvano)


Strategie messe in atto anche perché, durante la chiusura forzata a casa, si è registrata un’impennata del “fai da te”. A chi già si dilettava in cucina, si sono aggiunte molte persone pronte a sperimentare, tra pizze e focacce. Tanto da rendere introvabili farine e lieviti per giorni in diversi supermercati. A questa tendenza si è aggiunto anche un boom di surgelati, acquistati sempre durante la quarantena. Ecco quindi la necessità di sbizzarrirsi, per conquistare o riconquistare i triestini. C’è chi ogni martedì propone tutte le pizze classiche a 5 euro, chi effettua la consegna omaggio ovunque, in tutte le zone della città, chi inserisce lattine, bottiglie o dolci in regalo, chi prevede uno sconto se si supera una certa cifra nell’ordinazione. E ancora formule tutto compreso, con pizza, bevanda e dessert a 10 euro, o il “menù famiglia”, anche qui con sconti. E soprattutto nel weekend la pubblicità invade il lungomare di Barcola, tra volantini o bici parcheggiate con il brand dei locali, perché nelle ore serali in tanti ordinano i cartoni fumanti, così da mangiare capricciosa o margherita con gli amici in riva al mare.

Confcommercio Fvg: sarebbe tragico un secondo lockdown
Un cartello esposto su una porta vetrata di un negozio di corso Buenos Aires informa il pubblico della momentanea chiusura dell'esercizio a causa dell'emergenza coronavirus, Milano, 11 marco 2020. In Corso Buenos Aires, un' importante strada commerciale di Milano, che si estendo su oltre 1600 metri con oltre 350 punti vendita di vari tipi di merce e una media di centomila persone ogni giorno, questa mattina metà dei negozi erano chiusi. ANSA/MATTEO CORNER


Aumentano poi il numero e la fantasia delle pizze definite “speciali”, mix di ingredienti che sfidano le temperature estive, anche con proposte non proprio leggere, ma sicuramente in grado di saziare i golosi di turno, come le pizze con l’hamburger o la frittata, con il bacon o con un tappeto di patatine fritte, con il curry o le super piccanti.

Qualche esempio. La “Mamma mia” proposta da un locale, prevede salsa di pomodoro, mozzarella, hamburger, pomodorini, patatine fritte e fette di formaggio Cheddar. In un altro c’è la “Boom”, con porchetta, provola, cipolla e peperoni, altre ancora sono in versione fritta. Non mancano gli omaggi a personaggi famosi come la pizza Pino Daniele o la Maradona, e quelle definite “per gli indecisi”, che comprendono tre spicchi diversi.

Si parte dalla più semplice ed economica, la Marinara a 3 euro, mentre la Margherita si attesta tra i 3.50 e i 4.50, mentre si sale con il prezzo quando aumentano gli ingredienti, soprattutto nei casi delle pizze maxi o a metro, che possono superare i 20 euro.

Si punta ancora sul servizio a domicilio e per asporto, ma per la maggior parte dei locali ormai è ripresa l’attività consueta, con tanti triestini che si godono la pizza direttamente sul posto, soprattutto nei ristoranti dove sono a disposizione spazi all’aperto, e che registrano, nel centro cittadino, anche parecchi turisti. Sono gli americani, secondo un’indagine diffusa a gennaio dall’Unione per la Difesa dei consumatori, i più grandi appassionati di pizza, con 13 chili consumati a testa ogni anno. Gli italiani sono i primi in Europa, con 7,6 chili all’anno, seguiti dagli spagnoli con 4,3, da francesi e tedeschi che ne mangiano 4,2, mentre i britannici 4, i belgi 3,8 e i portoghesi 3,6. Gli ultimi della classifica europea sono gli austriaci, con 3,3 chili di pizza pro capite annui. —


 

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