A Trieste i pediatri invocano regole ferree negli asili

Pressing sui Comuni perché accettino solo le iscrizioni di bimbi vaccinati. De Manzini: «Basta ciarlatani»

TRIESTE. Genitori ancora dubbiosi sull’efficacia dei vaccini per i loro figli? Il Comune, con l’assessore Brandi, ha dato un segnale forte nei giorni scorsi, subordinando la stessa ammissione negli asili nido alla vaccinazione. No vaccino no posto, insomma.

Un gesto che, per quanto estremo, è stato apprezzato dai medici pediatri di famiglia della provincia. Che hanno firmato a larghissima maggioranza (19 a 2) un documento assembleare che parte dalla «preoccupante flessione delle vaccinazioni in atto nel nostro Comune e nella nostra Regione».

Come tutelare, dunque, i bambini iscritti ad asili nido e scuole materne che, per qualche motivo, non siano riusciti «a sviluppare una risposta anticorpale protettiva»? Auspicando , come fanno i due coordinatori Andrea de Manzini e Davide Franco, che Regione e Comune decidano in maniera assolutamente bipartisan «norme atte a consentire la frequenze ai nidi e alle scuole materne ai soli bambini che abbiano ricevuto tutte le dosi delle vaccinazioni di legge. Tutto ciò nella logica della tutela della salute della collettività».

Claudio Pandullo, presidente dell’Ordine dei medici ricorda che certi altri Ordini (quello del Veneto, ad esempio) «hanno preso posizione anche con provvedimento disciplinare contro i medici che non volevano vaccinare».

Più semplicemente De Manzini ricorda che per il momento il testo è stato mandato agli assessori Telesca e Brandi. «Preoccupano - spiega - certe vaccinazioni in netta discesa, comprese quelle obbligatorie contro tetano, difterite, poliomielite e epatite. Dal 100% di vaccinati del 2000 siamo passati al 90% attuale. E soprattutto i bambini più piccoli sono prede potenziali di queste patologie. L’amnesia delle malattie - continua de Manzini - fa brutti scherzi. L’immigrazione? C’entra, come c’entra anche l’emigrazione. C’è un mondo nuovo, basta anche un ricco iraniano o uno di noi che va in Africa per introdurre il contagio, è cambiata la nostra società, anche se è più ricca e più sana. La cosa più assurda - s’infervora il medico - è che la lotta strumentale contro i vaccini è condotta da personaggi non credibili scientificamente, la cultura la fa Facebook, dove sono più propensi a credere ai venditori di olio di serpente, mentre i vaccini sono il bene». (f.b.)

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